WORKSHOP DI FOTOGRAFIA a cura di Vanni Napso Sabato 7 ottobre 2017

Associazione Culturale DaydreamingProject in collaborazione con Knulp presenta

FOTORITRATTO E POSTPRODUZIONE

WORKSHOP DI FOTOGRAFIA

a cura di Vanni Napso
Sabato
7 ottobre 2017 ORE 15-19
Domenica 8 ottobre ORE 15-19
Spazio MetroKubo
Via dei Capilelli 6563b
trieste
(vicino arco di riccardo)

info:
Nanni Spano in arte Vanni Napso terrà un corso che si svolgerà in due incontri di quattro ore ciascuno.
Il primo sarà dedicato allo scatto fotografico in studio, dove ognuno dei partecipanti farà da modello e fotografo con l’uso di attrezzatura professionale (fondali, flash bowens da 500ww, uso di reflex professionali)
Il secondo giorno sarà dedicato alla postproduzione di quanto prodotto il giorno precedente. Correzione immagine, tecniche e diversi supporti di stampa, uso dei software.

Il corso è rivolto anche a chi si è appena approcciato alla fotografia e non richiede competenze avanzate.

Posti limitati.

info
3337245244 nanni spano
staff@ddmagazine.it

Vanni Napso è lo pseudonimo di Nanni Spano, fotografo, grafico, triestino d’adozione. Artisticamente parlando non esce molto spesso “allo scoperto” in quanto alla sua attività artistica predilige anteporre quella di curatore di eventi artistici e culturali con l’Associazione Culturale Daydreaming Project di cui è fondatore e presidente. Inoltre è il creatore della rivista web d’arte visuale Daydreaming Magazine. Il lavoro di Spano nasce principalmente dalla fotografia per poi focalizzarsi sulla grafica digitale e nella sua ricerca come artista digitale ha prodotto alcune serie di opere come Saturazione e Sintesi, Tarocchi perduti, Corpo digitale, In scena e Frammenti. Oltre alla sua attività di fotografo e grafico ha realizzato numerosi video e reportage di spettacoli teatrali. L’artista è stato definito dalla curatrice Giuliana Carbi, curatrice di Studio Tommaseo, Trieste “un costruttore di stratificazioni” in quanto la sua caratteristica è di partire da uno scatto fotografico per poi rielaborarlo aggiungendo o annullando la materia quasi a simboleggiare la vita nella sua pienezza e nella sua eterna fragilità e intangibilità.
Il suo lavoro è curato e rappresentato dalla Galleria EContemporary di Elena Cantori con sede a Trieste.

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