EVA CONTRO EVA. Mostra di Laura Bonifacio Cosmini e Nanni Spano

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

EVA CONTRO EVA

Mostra di Laura Bonifacio Cosmini e Nanni Spano

SPAZIO ARTE BEJAFLOR
Via Udine, Portogruaro. Venezia

presenta: Elena Cantori

INAUGURAZIONE: Domenica 24 novembre ore 12

mostra visitabile dal 24 novembre al 20 dicembre 2013 ore 9 -12 15 -18 domenica chiuso

cartololina_eva_web

Due artisti, due modi diversi di interpretare un tema, la figura umana, una pittrice e un fotografo che scelgono di presentare in uno scontro ideale il loro modo di guardare al femminile. Laura Bonifacio Cosmini e Nanni Spano dialogano con le loro differenti visioni, e in modo sorprendente si rivela una sottile traccia che li accomuna, al di là del mezzo espressivo, ed è il bisogno di raccontare un sentire, una storia che parla del corpo. Le immagini appartengono alla profondità del mondo interiore, e il modo in cui vengono comunicate, attraverso la tela e il pennello o la manipolazione digitale di una fotografia, sono come due lingue lontane che risuonano gli accordi armonici e dissonanti di una poesia intima. Lasciamo allo spettatore il piacere di ascoltare e guardare.

www.bejaflor.it/

www.nannispano.net

www.bra11.net

 

 

Share This:

VASILIJ VASIL’EVIC KANDINSKIJ fotografie di Carola Ducoli

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

VASILIJ  VASIL’EVIC  KANDINSKIJ
fotografie di Carola Ducoli

26 ottobre – 22 novembre 2013

Kandinskij_dittico_cs01 (1)

vernissage:

venerdì 25 Ottobre 2013, ore 19:00 presso Laboratori Visivi
via dei Campani, 70b – Roma

www.laboratorivisivi.it

Inaugura venerdì 25 ottobre a Roma, presso Laboratori Visivi, la mostra fotografica “Vasilij Vasil’evic Kandinskij” di Carola Ducoli, un percorso visivo che coinvolge e collega fotografia, musica, pittura e colori.
Nel 1910 il pittore russo Kandinskij porta a termine la scrittura di “Lo spirituale nell’arte”, il saggio in cui delinea il legame che unisce il colore alle emozioni e alla rappresentazione sonora che ogni tono cromatico può esprimere. È da questa riflessione che parte il lavoro di ricerca di Carola Ducoli nel tentativo di aggiungere un personale tassello al filo spirituale che unisce emozioni, colori e musica. L’artista genovese traccia così la sua visione fotografica del corpo umano attraverso cinque serie: trascina il visitatore nel freddo blu, tra quiete e dramma, o nel giocoso verde, nell’ambiguo e complesso viola o ancora nel vitale rosso, caldo e irrequieto, fino al giallo, folle e irrazionale. Immerse in una dominante cromatica ben definita, le figure della Ducoli – tra tensioni muscolari e linee essenziali – suggeriscono come il colore possa provocare quella “vibrazione spirituale” che Kandinskij riteneva capace di raggiungere l’anima. La giovanissima fotografa ligure – rappresentata per questo lavoro da LoolitArt (www.loolitart.net) ed esposta per la prima volta a Roma – ha già all’attivo numerose pubblicazioni, esposizioni collettive e personali, ed è stata recentemente decretata vincitrice assoluta nella sezione Giovani del V “Premio Nocivelli”. Dopo il successo lo scorso maggio della mostra “Ísland” della fotografa belga Maroesjka Lavigne, Laboratori Visivi continua nella direzione di dare visibilità a giovani fotografi di talento, che come Carola Ducoli in “Vasilij Vasil’evic Kandinskij”, sappiano sviluppare visioni innovative e originali.

Carola Ducoli
nasce a Genova nel 1990. Diplomata in Arte Applicata – Decorazione Pittorica e scenografica nel 2009, coltiva da sempre una forte passione per l’espressione artistica e la comunicazione visiva in ogni sua forma. Praticante della danza, della pittura e della fotografia termina gli studi nel 2012 presso l’Istituto Italiano di Fotografia di Milano, luogo dove ha potuto sperimentare, arricchire e delineare la sua passione per l’immagine. Attualmente vive e lavora a Milano come fotografa, assistente fotografo/a e come postproduttrice presso un laboratorio fotografico di stampa fine art.

caroladucoliphoto.prosite.com

Laboratori Visivi è una realtà associativa che dal 2007 si occupa di promozione e diffusione della cultura e dell’attività fotografica. Organizza eventi, mostre, incontri, corsi, workshop. Sviluppa progetti fotografici, individuali e collettivi. La sua nuova sede è situata nel quartiere di San Lorenzo a Roma, luogo tradizionalmente legato alla fotografia e alle arti visive, e ospita una biblioteca fotografica, una sala di posa, uno spazio per la formazione, uno spazio espositivo.

www.laboratorivisivi.it

La mostra “Vasilij Vasil’evic Kandinskij” di Carola Ducoli è prodotta in collaborazione con LoolitArt che rappresenta l’autrice per questo lavoro fotografico e ne cura la distribuzione di stampe in edizione limitata e certificata.
www.loolitart.net

scarica comunicato stampa in PDF

Share This:

KALINGPONG Mostra fotografica di Gianni Plossi

DDProject e Knulp presentano

KALINGPONG


Mostra fotografica di Gianni Plossi

a cura di Patrizia Miliani

KNULP

Via Madonna del Mare 7a Trieste

inaugurazione venerdì 8 novembre 2013 ore 20

la mostra proseguirà fino al 12 dicembre 2013

gianni plossi B

 

 

 

Tra il settembre e ottobre 2009 sono andato in India nella regione di Darjiling con l’ onlus “Progetto India”.

L’onlus ha sede a Trieste e si occupa principalmente di sostenere i rifugiati tibetani in India.

Sono stato ospite di alcuni monasteri buddisti. Ho visitato i centri di Rimbik, Ghoom e Kalingpong, e a quest’ultimo, il più disagiato e sicuramente il più bisognoso d’ aiuto, ho dedicato il titolo del reportage.

Le mie immagini vogliono essere una testimonianza sulla realtà di un monastero buddista, dove molti bambini e ragazzi hanno la possibilità di studiare e vivere una vita dignitosa.

 

Gianni Plossi

info

www.daydreamingproject.org

www.knulp.org

staff@ddmagazine.it

3337245244

Share This:

Metamorfosi | mostra di Guglielmo Manenti

Associazione DayDreamingProject in collaborazione con Knulp presenta:

METAMORFOSI

mostra di Guglielmo Manenti
a cura di Sergio Pancaldi

inaugurazione
21 giugno 2012 ore 19.00
la mostra proseguirà fino al 19 settembre 2012

Bar libreria Knulp
Via Madonna del Mare 7a Trieste

Metamorfosi di Guglielmo Manenti

Le illustrazioni che compongono quest’altro “bestiario” della mostra sono nate per lo più spontaneamente nelle pause lavorative tra lavori commissionati , con quel piacere che comporta la nascita dell’inaspettato.

Queste creature, metà spiriti e metà animali, appaiono nella notte come visioni e si insediano in ambienti industriali o in spazi urbani periferici. A volte sembrano essere delle maschere per corpi umani, altre volte diventano dei personaggi veri e propri con atteggiamenti a tratti pericolosi a tratti più intimi, che proteggono gli uomini nei momenti del sogno. Questi piccoli mondi presentano dei riferimenti a tante culture animiste , quella messicana in primis con le sue visioni psichedeliche entrando in mondi che rimandano agli universi di scrittori come Castaneda, o ai viaggi verso sud degli scrittori beat. Altre suggestioni fatte di dragoni e di sciamani seguono la pista dell’Oriente.

Questa mostra che l’artista Guglielmo Manenti presenta al Knulp (Trieste) segue idealmente una sua esposizione del 2008 nello stesso luogo “Metropolis” in cui era possibile vedere la prima parte di questo bestiario. Quella mostra predi leggeva il Bianco e il Nero, mentre all’opposto adesso si trovano i colori, ora caldi avvolgenti ma in molti casi toni acidi, che rendono alcuni stati alterati della vista.

INFO: staff@ddmagazine.it

www.knulp.org
www.daydreamingproject.org

Share This:

Bloomsday 2012

Trieste (TS) – Sabato 16 giugno a Trieste sarà di nuovo “Bloomsday”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

volantino

 

La straordinaria giornata di Leopold Bloom, indimenticabile protagonista del romanzo “Ulisse” di James Joyce, verrà celebrata per il terzo anno consecutivo con una serie di appuntamenti in centro città, in quella che è una data simbolo per tutti i cultori del geniale scrittore irlandese. L’evento – promosso dal Servizio biblioteche civiche del Comune di Trieste, dal Museo Joyce e in collaborazione con il Dipartimento di studi umanistici dell’Università di Trieste, l’associazione culturale DayDreaming e la Scuola di Musica 55 – è stato illustrato stamattina nella Sala ex Aiat di piazza Unità alla presenza del sindaco Roberto Cosolini e del rettore dell’ateneo giuliano Francesco Peroni.

Il primo cittadino di Trieste si è detto molto soddisfatto del programma della manifestazione, «particolarmente stimolante e frutto del felice rapporto strategico messo in atto con l’Università di Trieste, il vero primo pilastro della cultura cittadina. Rapporto che dovrà diventare una costante futura per la promozione e l’organizzazione “in rete” di eventi e rassegne culturali».
Auspicio condiviso anche da Peroni che – sottolineando come quello joyciano sia stato da sempre un tema caro agli ambienti umanistici dell’Ateneo triestino – ha ribadito l’importanza di «lavorare tutti assieme per lo sviluppo culturale della città».

Laura Pelaschiar e Bianca Cuderi, curatrici della manifestazione, hanno quindi illustrato l’articolato programma di “Bloomsday 2012” che, sabato prossimo, si spalmerà in tre diversi momenti della giornata.
Ritrovo alle ore 11, al Museo Sartorio di Largo Papa Giovanni XXIII, per un doppio appuntamento: la conferenza di John McCourt “Ulisse in mezzora” e la presentazione del volume “Zois in Nighttown. Prostitution and Syphilis in the Trieste of James Joyce and Italo Svevo” di Erik Schneider. La mattinata si chiuderà con il “Bloomsday lunch”, pranzo a base di pietanze tipicamente irlandesi, presso l’Osteria Le Marise di via Felice Venezian 11/f (prezzo 30 euro, bevande escluse; prenotazioni allo 040-3229149).

Nel pomeriggio, dalle ore 18, alla sala mostre ex Aiat di piazza Unità 4/b, dopo l’happening “J.Joyce D.Downtown” con Guglielmo Manenti, Sergio Pancaldi, Christiana Viola e gli interventi musicali di Tiziano Bole e Marco Steffè, verrà inaugurata la mostra “DD – Domestic Drama” di Andrea Guerzoni (visitabile fino al 15 luglio a ingresso libero). Al termine “Bloomsday dinner”, cena sempre dai sapori prettamente irlandesi, presso il Pub Mastro Birraio di via Felice Venezian 24/b (prezzo 16 euro; prenotazioni al numero 3498356201).

L’ultima tappa del “Bloomsday 2012” si terrà alle ore 21, all’Orto Lapidario – luogo del celebre “funerale mancato” narrato nelle pagine dell’“Ulisse” – in piazza della Cattedrale, con “James Joyce a Trieste. Quando el mulo Zois parlava in triestin”. Protagonista della divertente lettura-spettacolo, curata da Laura Pelaschiar, sarà l’attore Maurizio Zacchigna. A seguire il “J.J. late night walking tour”, suggestiva passeggiata notturna nei vicoli della Nighttown di Joyce a cura di Erik Schneider.

 

Share This:

MILLE NON PIU’ MILLE mostra di UGO PIERRI

Associazione DayDreaming Project in collaborazione con Knulp presenta

Venerdì 25 maggio 2012 ore 19.00

Bar libreria Knulp
Via Madonna del Mare 7a Trieste

presenta Luigi Urdih

letture Paola Castellan

con il contributo di Liliana Saetti

a cura di Nanni Spano

La mostra proseguirà fino al 20 giugno 2012

Pierri – che oltre ad essere poeta e scrittore, ha una lunga carriera come pittore – è uno degli artisti più originali del dopoguerra triestino. Nato nel 1937, ha frequentato da giovane la celebre casa-laboratorio di Anita Pittoni e Giani Stuparich in Via Cassa di Risparmio, per poi intraprendere una strada solitaria, lontano dai salotti borghesi della città.

Con l’associazione DayDreaming Project ha esposto il suo Pinocchio a Tolmezzo (Ud) e ha partecipato a Bloomsday 2010 nell’esposizione “Quattro artisti in viaggio con Ulisse” dedicato a James Joyce in collaborazione col Comune di Trieste.

staff@ddmagazine.it
www.daydreamingproject.org
www.ugopierri.it

info Nanni Spano 333 7245244

Share This:

DayDreaming Party – Giovedì 22 dicembre 2011 SPAZIO BRA 11 via Bramante 11 Trieste

In occasione del 5° anniversario di  attività associativa

l’Associazione culturale DayDreamingProject

in collaborazione con Spazio BRA11 e bar libreria Knulp
presenta

 DAYDREAMING
PROJECT PARTY

Giovedì 22 dicembre
2011
SPAZIO
BRA 11

via Bramante 11 Trieste
inizio ore 18.00

 

ART VERNISSAGE     LIVE CONCERT          DJ SET       PORTRAIT PARTY          FREE MARKET               VIDEO SHOW

in un  Multi-Evento dalla prima serata a notte fonda!

Ingresso libero

 

Programma

 

ore 18.00   apertura e Mercatino
dell’Usato … i  soci DDProject  vi accoglierrano con un mercatino delle pulci ….. occasioni a non finire tra libri, cd, dvd, comics, posters, fashion vintage e chi più ne ha più ne metta ….

 

ore 19.00  aperitivo offerto da DDProject tra una contrattazione e l’altra

 

ore 20.00  concerto dei  Bachibaflax
Live! il noto gruppo triestino in continua ricerca tra atmosfere etno, folk e avant-jazz non mancherà di sedurre tutti i presenti.

 

ore 21.00  inaugurazione Collettiva d’arte DayDreamingTime. introdotta da un video stream di Fausto Vilevich.

L’immagine torna a prendere il sopravvento con l’Expò che ogni anno ospita artisti apparsi sulla rivista DDMagazine e nelle esposizioni DDProject … dalle gallerie virtuali agli spazi reali forever! Segue rinfresco.

 

ore 22.00 la festa si accende!

Dancefloor & lounge, cocktails, torbide selezioni trip-disco di Topok e PORTRAIT PARTY con veri e propri fashion-set dove scatenare i propri alter ego, che saranno immortalati dall’obiettivo di Luigi Tolotti, fotografo d’arte….  E chi vuole potrà avere le foto!

INFO

staff@ddmagazine.it

3337245244
Nanni Spano

www.daydreamingproject.org

www.knulp.org

www.bra11.org

 

ARTISTI

Laura Bonifacio Cosmini

Giuliano Cesco

Davide Garbuggio

Marco Gazzato

Andrea Guerzoni

Jadro

Giada Lonzaric

Guglielmo Manenti

Medie Mulindwa

Officina Infernale

Sergio Pancaldi

Ugo Pierri

Nanni Spano

Squaz

Alan Stefanato

Luigi Tolotti

Guido Zamattio

 

 

 

FOTO DELL’ EVENTO

DD PROJECT PARTY Set Portrait Party Foto di Luigi Tolotti

no images were found

Share This:

TAKE A LOOK OUTSIDE mostra di Marco Gazzato – Novembre 2011 Trieste

TAKE A LOOK OUTSIDE
mostra di Marco Gazzato
a cura di Christiana Viola

GIOVEDI’
24 novembre 2011 inaugurazione ore 20.00

presso
il bar libreria Knulp
via Madonna del Mare 7a, Trieste.

no images were found

Marco Gazzato
nasce nel 1069 a Malcontenta (Ve), dove attualmente vive e lavora La sua  formazione artistica segue un normale iter scolastico: inizia al liceo artistico  per poi proseguire al Laboratorio di Restauro Dipinti Antichi dove apprende le  tecniche base della pittura; coltiva parallelamente la tecnica del tatuaggio. Si  diploma all’Accademia di Belle Arti di Venezia.
I suoi lavori sono connotati  da una poetica realistica e nascono prevalentemente da tematiche sociali,  popolari ed etniche, in cui una sottile contestazione ironica tenta di prevalere  sulla serietà dei temi trattati.

La mostra prosegue fino al 22 dicembre  2011.

no images were found

INFO
staff@ddmagazine.it

 

 

 

 

Share This:

BLOOMSDAY 2011

BLOOMSDAY 2011

Dalla torre di Stephen alla stanza di Molly

Trieste – 16 giugno 2010, ore 19

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

COMUNICATO STAMPA

Il 16 giugno – Bloomsday, appunto – è la data-simbolo in cui in tutto il mondo gli studiosi e gli appassionati lettori di Joyce celebrano il genio dello scrittore irlandese, perché è il giorno in cui è ambientata l’azione del romanzo Ulisse e, pertanto, tutta la peripezia del suo eroe, Leopold Bloom, attraverso le strade della sua Dublino. Leggi tutto “BLOOMSDAY 2011”

Share This:

L’ELEFANTE TUTTO COLORATO

DayDreaming Project presenta

L’ELEFANTE TUTTO COLORATO

Da un testo di Paola Castellan (liberamente ispirato alla saga di Elmer)

Costumi di Leandra Bucconi

Pupazzi di Christiana Viola

Adatto ai bambini della Scuola per l’infanzia e primo ciclo della Scuola Primaria I colori e gli animali come metafora delle differenze, per sorridere sulla ricchezza delle diversità e per ricordare l’importanza di accettarsi per quello che si è. “Gaspare è un elefante davvero speciale! Originale, simpatico, racconta tante storie, scherza, ride e fa ridere tutti… ma soprattutto, Gaspare è diverso: non è grigio come tutti gli altri, Gaspare è un elefante proprio tutto colorato! Una notte però, in preda a un brutto incubo, fuggirà disperato nella foresta; Gaspare non vuole più essere diverso, vuole diventare un elefante grigio come gli altri. Un pipistrello e un leone lo aiuteranno a compiere la sua trasformazione e finalmente Gaspare può tornare nel suo branco. Sarà però la sua amica Priscilla ad aiutarlo a capire l’importanza della propria originalità e dell’accettarsi per quello che si è. Inizia così un nuovo viaggio nella foresta, questa volta per ritrovare se stesso”

Lo spettacolo sperimenta liberamente i codici del teatro di figura. Gli elefanti protagonisti sono animati tramite l’uso di tutto il corpo dai due attori mentre i pupazzi sono liberamente animati nello spazio scenico tradizionale del teatro d’attore.

no images were found

Share This:

GENETICA – dicembre 2010

L’associazione culturale DayDreaming Project

In collaborazione con: Bar Libreria KNULP, Circolo del Cinema METROPOLIS, TETRIS club e Provincia di Trieste

presenta:

GENETICA

Da martedì 14 dicembre a sabato18 dicembre 2010

Una settimana dedicata a vita e opere di Jean Genet nel centenario della nascita.

Soci ed artisti collaboratori di DayDreaming Project compartecipano con installazioni, video, reading, expò e altro ancora per celebrare la figura umana e artistica del controverso autore francese.

Calendario dell’iniziativa:

14/12 ore 19:30 Inaugurazione della minicollettiva d’arte “Genetica” alla galleria MetroKubo.

Espongono: Guglielmo Manenti, Bob Fischer, Ale Di Gangi, Sergio Pancaldi, Andrea Alverà, Nanni Spano, Quarry the Breast

15/12 ore 20:00 Proiezione di “Querelle de Brest” di Fassbinder dal romanzo di Genet alla galleria MetroKubo

16/12 Giornata di pausa. La mostra resta visibile in orario pomeridiano hh 16:00 – 20:00

17/12 ore 20:00 Proiezione di “Un chant d’amour” di Jean Genet alla galleria MetroKubo. La serata prosegue con dibattiti interventi e letture di brani dalle opere di Genet e saggi critici. Intervento di Corrado Premuda: “Intimo teatro macabro: l’amicizia tra Jean Genet e Leonor Fini”.

18/12
ore 20.00 Chiusura mostra al Metro Kubo

ore 22.00 G-Party presso Tetris Club:

Un amichevole e torbido party organizzato da DayDreaming Project a chiusura dell’evento “Genetica” con la presentazione delle attività associative 2011 dell’associazione DayDreaming Project

Dj Bio & the rats (Milano-Trieste)

Galleria MetroKubo

Via dei Capitelli 6463  Trieste

Tetris Club

Via della Rotonda 3  Trieste

Share This:

DAYDREAMING EXPò – ottobre 2010

venerdì 22 ottobre 2010

alle ore 19


presso la sala conferenze del Bar Libreria Knulp, Via Madonna del Mare 7a – Trieste

si terrà l’inaugurazione della mostra


DAYDREAMING EXPò

“dalle gallerie virtuali agli spazi reali”


giovedì 21 ottobre 2010

ore 21

interventi musicali di Riccardo Morpurgo e letture di Christiana Viola e Sergio Pancaldi

presso l’Auditorium della Casa della Musica, Via dei Capitelli 3 – Trieste


L’associazione DayDreamingProject realizza la propria attività di  promozione nel campo dell’arte attraverso una rivista on line ad uscita mensile, DayDreamingMagazine, e  l’organizzazione di una serie di eventi culturali, tra i quali DDExpò.

DayDreamingMagazine è una rivista d’arte on line  che giunge al suo quarto anno di pubblicazione,   prodotta dallo staff editoriale dell’Associazione DayDreamingProject.  Dal 2009  si presenta nella veste di giornale regolarmente registrato presso il Tribunale di Trieste.

Il progetto di una  rassegna virtuale di immagini, prodotte sia da artisti affermati che da personalità   emergenti,   nasce da un’idea condivisa dal  gruppo di fondazione dell’Associazione  DDProject.

Nel marzo 2007 esce  il primo numero on line di DayDreamingMagazine,  che pubblica  fotografia, grafica e pittura di qualità, sia in ambito italiano e locale che internazionale. In quattro anni di vita la rivista  ha riscosso  un crescente  interesse nel web,   come testimoniano le statistiche dei  contatti ad ogni  nuovo numero . Un successo costruito negli anni con un lavoro appassionato di ricerca nel  panorama della comunicazione d’arte in rete.

Sin dall’inizio il gruppo redazionale ha avvertito  l’esigenza di affiancare  la dimensione virtuale delle immagini  pubblicate, a una fruizione diretta dell’opera.  Nel 2007 viene così realizzata presso il bar libreria Knulp  la prima edizione di  DayDreaming Expò –  “Dalle gallerie virtuali agli spazi reali”, un’esposizione  collettiva degli artisti che sono apparsi sulla rivista nell’arco di un anno. E’ un modo diffuso di comunicare  l’opera d’arte che abbina un contatto virtuale, tecnologico e freddo, a quello diretto e caldo con la materialità dell’opera e  il respiro di uno spazio fisico.

Le principali sedi espositive che DDProject  utilizza  sono il bar libreria Knulp, lo spazio Metrokubo, la libreria Corte del Libro a Tolmezzo, con cui è stata avviata una pluriennale attività di scambio.  DDProject ha ampliato la proposta culturale con alcuni progetti di collaborazione,  nel 2009  in occasione del centenario del futurismo con Studio Tommaseo,  dove  è stata realizzata una mostra e una performance di PierPaolo Koss.

Nel 2009  DDProject  ha sviluppato  l’idea degli spazi multipli di esposizione,  realizzando  la prima edizione di Bloomsday,  mostra itinerante delle opere di  Guglielmo Manenti ispirate all’Ulisse di Joyce. L’occasione ha  coinvolto una decina di ambienti tra i più vari,  tra cui  hotel Urban, Neapolis, Chocolat, libreria Joyce, La Raganella e altri,  come tappe di un’ipotetica odissea di Joyce-Ulisse a Trieste.

L’idea di una pluralità di allestimenti è stata ripresa nel  Bloomsday 2010, con  la mostra “Quattro artisti in viaggio con Ulisse” collocata in  cinque sedi, Hotel Urban Design, Museo Joyce, Galleria Carpe Artem,  ristorante ArcoRiccardo e spazio Metrokubo.

DayDreaming Expò – “Dalle gallerie virtuali agli spazi reali”  ha presentato,  dal 2007 fino alla prossima edizione del 2010,  una sessantina di artisti provenienti da un ambito nazionale e internazionale,  creando  un evento in cui la mostra è stata  accompagnata da letture di testi, musica e video, uno stile comunicativo caratteristico delle manifestazioni firmate da  DDProject.

DayDreaming Expò 2010 presenta una selezione degli artisti pubblicati  su DDMagazine nell’anno in corso.  Questa edizione ha scelto di dare risalto a una produzione artistica italiana, e propone 22 nomi della scena contemporanea, in una grande varietà di stili e tecniche. Oltre alla rassegna di opere pittoriche, grafiche e fotografiche che sarà collocata al Bar Libreria Knukp e alla Casa della Musica, presso lo spazio Metrokubo sarà aperta la sezione video, con le opere di alcuni degli artisti selezionati.

In occasione di questo evento verrà presentata l’edizione stampata del DDMagazine, che passa dal web al cartaceo per la prima volta.

La presentazione dell’evento si terrà giovedì 21 ottobre 2010 alle ore 11 presso la sala stampa del Comune di Trieste. Nella stessa giornata alle ore 21  apertura della sezione allestita presso   Casa della Musica in via dei Capitelli 3,  con un’esibizione musicale accompagnata da letture di testi,  a cura di DDProject.  Venerdì 22 ottobre alle ore 19 inaugurazione  della mostra  al bar libreria Knulp, in via Madonna del Mare 7a, alle ore 19,  e della sezione video allo spazio Metrokubo di via dei Capitelli 6463.

Le mostre rimarranno aperte dal 23 ottobre al 17 novembre

Share This:

BLOOMSDAY 2010 – giugno 2010

Trieste – 16 giugno 2010, ore 17:30

BLOOMSDAY 2010
quattro artisti in viaggio con Ulisse

Inaugurazione itinerante con partenza presso
Urban Hotel Design, Androna chiusa, 4 – Trieste

Il 16 giugno – Bloomsday, appunto – è la data-simbolo in cui in tutto il mondo gli studiosi e gli appassionati lettori di Joyce celebrano il genio dello scrittore irlandese, perché è il giorno in cui è ambientata l’azione del romanzo Ulisse e, pertanto, tutta la peripezia del suo eroe, Leopold Bloom, attraverso le strade della sua Dublino.

Per festeggiare la ricorrenza l’Assessorato alla Cultura del Comune di Trieste, Direzione Area Cultura, Servizio Bibliotecario Urbano, e l’Università di Trieste, partner nella gestione del Museo Joyce Museum, insieme con l’Associazione Culturale DayDreaming Project, presentano BLOOMSDAY 2010 – Quattro artisti in viaggio con Ulisse. Un’opportunità per avvicinare la figura di James Joyce attraverso l’interpretazione di quattro artisti contemporanei, in un percorso tra stili e tecniche diverse, in una varietà di angolazioni e una pluralità di letture che suggeriscono un richiamo all’opera joyciana come “banchetto di linguaggi”.

La manifestazione prevede l’allestimento di 5 esposizioni (una per ciascun artista più una mostra collettiva) in cinque sedi collocate strategicamente al centro della città vecchia tanto amata e frequentata dallo scrittore durante il suo soggiorno triestino fra il 1904 e il 1919. In tali luoghi così diversi fra loro (due gallerie, un ristorante, un hotel e un museo) esporranno i loro lavori figurativi, prodotti espressamente per Bloomsday 2010 e ispirati all’Ulisse o alla figura del suo creatore, quattro straordinari pittori, disegnatori e illustratori: Luigi Tolotti, triestino, artista della fotoincisione, amante dell’elaborazione digitale delle immagini e della fotografia stenopeica, esporrà le sue coloratissime reinterpretazioni dell’universo joyciano alla sede dell’Urban Hotel Design in Androna chiusa n. 4; il milanese Aka B, pseudonimo del pittore e fumettista Gabriele di Benedetto, esporrà al ristorante Arcoriccardo di via del Trionfo 1 i suoi intensi ritratti di James Joyce; troveranno posto a pochi metri di distanza, all’Atelier Carpe Artem di via del Trionfo 3, le sognanti tavole dell’illustratore e pittore siciliano Guglielmo Manenti che prosegue nella sua illustrazione di passi dell’Ulisse calandoli nelle suggestive atmosfere di Trieste; il «pittore inediale» Ugo Pierri esporrà invece i suoi ironici, espressionisti ritratti joyciani presso la sede del Museo Joyce Museum di via Madonna del Mare 13; l’esposizione collettiva comprendente lavori di tutti e quattro gli artisti citati infine troverà sede presso la Galleria MetroKubo di via dei Capitelli, a pochi metri da piazzetta Barbacan e quindi, a sua volta, a brevissima distanza dalle altre sedi espositive. Gli orari di apertura sono legati alle attività dei diversi spazi e sono indicate nel materiale informativo. Tutte le esposizioni sono a ingresso libero.

L’apertura al pubblico delle esposizioni avverrà tramite una inaugurazione itinerante intitolata Ulisse in città vecchia che ripropone il tema della ricerca e dell’esilio come struttura dell’evento. Grazie agli attori Andrea Alverà, Sergio Pancaldi e Christiana Viola e ai musicisti Antonio Kozina e Marco Steffè, le pagine del capolavoro di Joyce rivivranno nei luoghi di quella Trieste popolare che lo scrittore amava frequentare: fra gli ammiccanti angoli di Cavana nei cui pressi sorgeva la celebre, minuscola casa di tolleranza chiamata “il metro cubo” (il cui nome è rievocato dalla galleria di via Capitelli) e l’osteria al Trionfo, proprio nei pressi dell’Arco di Riccardo e dell’omonimo ristorante, dove Joyce si recava a degustare il suo vino preferito, l’Opollo di Lissa.

L’evento inaugurale, con partenza il 16 giugno alle ore 17.30 presso l’Urban Hotel Design di Androna Chiusa n. 4 è realizzato con la collaborazione di Casa della Musica / Scuola di Musica 55, la video-presentazione di Fausto Vilevich, i rinfreschi gentilmente offerti da Urban Hotel Design, ristorante Arcoriccardo e cantina La Tordera di Valdobbiadene.

Il direttore dell’Area Cultura
Adriano Dugulin

Share This:

DDexpo 2008 – ottobre

DDexpo 2008

 

 

 

 

DAYDREAMING EXPO’ 2008

[hana-flv-player
video=”http://daydreamingproject.org/wp-content/plugins/hana-flv-player/expo2008.flv”
width=”480″
height=”320″
description=”teatro”
clickurl=”#”
clicktarget=”_self”
player=”2″
autoplay=”false”
loop=”false”
autorewind=”false”ftp://www.petitsoleil.org/ultimo_materiale/Collis.avivideoprovaimage=”http://www.petitsoleil.org/public_html/wp-content/plugins/hana-flv-player/videoprova.jpg”/]

Share This:

Il Cavaliere elettrico – ottobre 2009

10 >15 ottobre

Nel centenario dalla nascita dirompente del Futurismo, l’associazione L’Officina e Trieste Contemporanea in collaborazione con Daydreaming Project proporranno un programma di eventi e riflessioni su questo movimento in compagnia dell’artista e performer genovese PierPaolo Koss.

PIERPAOLO KOSS

Il Cavaliere elettrico
nel centenario del Futurismo

a cura di Nanni Spano

inaugurazione e performance,
sabato 10 ottobre, 18.30 Studio Tommaseo (Trieste, via del Monte 2/1)

Allievo diretto dell’aerodanzatrice del futurismo Giannina Censi – che danzava “antigraziosa, asimmetrica e sintetica” gli aeropoemi di Marinetti – Koss eseguirà per il centenario  Il Cavaliere elettrico, una performance in cui riproporrà il corpo-macchina meccanico e primitivo, che questa avanguardia storica voleva fosse un oggetto vivo con infinita potenzialità di movimento.

L’intensa danza meccanica sarà accompagnata dalle installazioni multimediali e dal soundtrack di Andrea Mazzone. Lo spettacolo si svolgerà mentre  musiche originali futuriste saranno eseguite dal vivo dal sound designer Mazzone e un’installazione di tre video proiettori e una telecamera rielaboreranno in tempo reale attraverso computer l’azione meccanica del performer in un caleidoscopio futurista alternato a materiali video tratti da film futuristi d’epoca e da altre performance futuriste realizzate in passato dallo stesso Koss.

Il costume-scultura che Koss indosserà è tratto dal bozzetto che Giacomo Balla disegnò nel 1926 per il russo Theodore Kosloff, danzatore dei Ballets Russes di Serge Diaghilev. Kosloff conobbe a Parigi i futuristi italiani ed in particolare Marinetti, amico di Diaghilev, e utilizzò questo costume-scultura in due sole occasioni, in Italia nel cortometraggio “Elettricità” presentato come danza meccanica nel 1926 e a Hollywood nel film “Madame Satan” di Cecil B. De Mille del 1930.

Questo costume futurista è stato ricostruito da Koss in occasione della II Biennale Internazionale di Charleroi-Danses “Corps et Machines” del 1994,  per la produzione W la macchina e lo stile d’acciaio, rappresentata al Palais des Beaux-Arts de Charleroi con la consulenza artistica di Giannina Censi e la partecipazione al pianoforte del compositore Daniele Lombardi.

L’evento inaugurale, a cura di Nanni Spano, prevede inoltre una mostra di guaches dei costumi futuristi di Koss – ricostruiti da altri bozzetti originali di Balla, Depero, Exter, Prampolini, Panneggi e Fidora – e il video Futurismo. Una rivoluzione radicale Italia Russia, realizzato da  Koss l’anno scorso al Museo Pushkin di Mosca.

L’omaggio al Futurismo continuerà nelle giornate di lunedì 12, mercoledì 14 e giovedì 15 con altri importanti incontri con il cinema futurista, la fotografia futurista, il teatro futurista e la cucina futurista, che sarà la protagonista del succulento evento di chiusura di giovedì 15 ottobre.

programma:

Sabato 10 ottobre

Studio Tommaseo (via del Monte 2/1)

ore 18.30, inaugurazione: Guaches di PierPaolo Koss di costumi futuristi ricostruiti dai bozzetti originali di Giacomo Balla, Fortunato Depero, Aleksandra Exter, Enrico Prampolini, Ivo Pannaggi, Alma Fidora;

Futurismo. Una rivoluzione radicale Italia Russia (video, 2008, produzione PierPaolo Koss Performance Project, Museo Pushkin di Mosca).

ore 19.00, IL CAVALIERE ELETTRICO, performance e video installazione di PierPaolo Koss (danza meccanica: PierPaolo Koss; installazioni multimediali e soundtrack: Andrea Mazzone).

Lunedì, 12 ottobre

Studio Tommaseo

ore 18.30, Performance e teatro futurista conversazione con PierPaolo Koss.

ore 19.00, proiezione di Vita futurista, (video, 2007, produzione PierPaolo Koss Performance Project, Moscow International Performing Arts Center).

Mercoledì, 14 ottobre

MetroKubo (via dei Capitelli 6563b)

ore 19.00, inaugurazione: Vita futurista, mostra fotografica di PierPaolo Koss.

ore 20.00, Cinema e teatro futurista e cubofuturista, incontro con PierPaolo Koss (prima parte) – proiezioni: Thais (Italia,1916, regia Anton Giulio Bragaglia); L’uomo meccanico (Italia, 1922, regia André Deed).

Giovedì, 15 ottobre
Studio Tommaseo

ore 18.30, proiezione di Giannina Censi, musa futurista, video ricostruzione di aerodanza di PierPaolo Koss.

p.MsoNormal, li.MsoNormal, div.MsoNormal { margin: 0cm 0cm 0.0001pt; font-size: 12pt; font-family: “Times New Roman”; }div.Section1 { page: Section1; }

ore 19.00, Officina Russolo (2009), Harry Partch Vol. 1-Variazioni per una moka (2007) e Nimbus (nuvole) (2008-09), animazioni futuriste di Guglielmo Manenti.

ore 19.30, Evento Performativo Multisensoriale  a cura di Sergio Pancaldi e Christiana Viola con Degustazione di piatti preparati secondo i dettami del Manifesto della Cucina Futurista tra i quali spiccano le Mammelle Italiane al Sole della pittrice Marisa Mori

MetroKubo

ore 21.00, Cinema e teatro futurista e cubofuturista, incontro con PierPaolo Koss (seconda parte)  –  proiezioni: Ballet mécanique (Francia, 1926, regia Fernand Léger); Entr’acte (Francia, 1924, regia René Clair); Avvinta nel film (Russia, 1919 regia Vladimir Majakovskij)

www.pierpaolokoss.com

——————————————————————————————————————————————————————————–

Officina Russolo

Disegni e regia: Guglielmo Manenti
Animazione: Dario Guastella
Musica riadattamento sonoro Vincent Migliorisi

Produzione: Extempora 2009

Nel 2009 il Futurismo festeggia cento anni dalla pubblicazione del manifesto della sua fondazione. Questa animazione è perciò dedicata a Luigi Russolo, uno dei fondatori del futurismo, l’inventore di stralunate macchine sonore (i cosiddetti “intonarumori”) che cercano di riprodurre i suoni-rumori della realtà. Russolo, infatti, è anche autore di un suo Manifesto,  che esce nel 1913, che si intitola “L’arte dei Rumori“. In esso, Russolo anticipa tante esperienze musicali che si svilupperanno per tutto il Novecento, a partire da Schaffer, Fluxus ecc. fino ad arrivare ai giorni nostri con musicisti che continuano a citare le sue ricerche come fonte di ispirazione.

Il suo concetto è di fare musica ricreando i suoni stessi della città, senza doverli tradurre con strumenti classici, come era stato fatto prima, grazie a delle macchine. Questi “Intonarumori” hanno  nuovamente oggi,  in un’era di strumenti e musiche digitali, hanno un valore non solo storico –musicale, ma anche estetico come sculture sonore.

L’animazione “Officina Russolo” è un viaggio all’interno di ambienti sonori, dove ogni spazio rievoca alcuni aspetti legati a delle estetiche contemporanee, ovvero del rumorismo, di suoni prodotti da macchine industriali e ingranaggi pesanti e ripetitivi, fino ad arrivare a suoni minimi di ingranaggi-gioco in stanze cinesi.

Molti dei suoni che si sentono nel cortometraggio nascono dall’idea di provocare suoni tramite la distruzione stessa di strumenti musicali più o meno classici.  Il rock e l’avanguardia musicale invece hanno utilizzato la distruzione di strumenti in maniera romantica, per indicare un superamento, o un annullamento, come la chitarra bruciata o spaccata sul palco, o John Cage che distrugge un pianoforte come performance-concerto.

Un’altra idea è quella di evocare alcuni suoni collegati al lavoro, come un saldatore o dei martelli pneumatici, o anche l’ipotesi immaginifica di come potrebbero suonare alcuni ambienti fatti di accostamenti di macchine e scenografie bizzarre.

In “Officina Russolo” l’estetica della macchina è portata alle estreme conseguenze. Non c’è traccia dell’esaltazione futurista, ma al suo posto abbiamo la sensazione di trovarsi davanti a una serie di macchine e ingranaggi inutili che ripetono costantemente il loro compito di distruzione musicale.

Le estetiche prese in prestito.

Ogni stanza, oltre a rappresentare una macchina, è collegata inoltre a una estetica differente collegata al rumorismo.

Primo ambiente: Una pressa meccanica schiaccia delle percussioni portate da un rullo. Il riferimento è al gruppo berlinese “Einstürzende Neubauten” e a tante altre esperienze di Gruppi Industriali.

Secondo Ambiente: Degli operai Robot con un martello pneumatico sfondano delle chitarre elettriche amplificate, riferito a Sonic Youth.

Terzo ambiente: Un ragno in un ambiente oscuro sta a saldare la sua preda, una macchina. Qui il collegamento è con il rumore provocato dalla luce del saldatore.

Quarto Ambiente: Una pala meccanica suona un clavicembalo, con riferimenti a Cage e Nancarrov.

Quinto ambiente: In una sala giochi Pop dall’alto vengono calate delle sagome di miti rock che vengono incenerite da un lanciafiamme. Riferimento a The Residents e Negativland.

Sesto ambiente: Stanza delle cineserie, ingranaggi fatti da oggetti di uso comune che cadendo provocano altre cadute. Riferimento a Ruby Goldberg, Munari, e Harry Partch.

Settimo ambiente: In un teatro una musicista asiatica invoca nel suo canto il risveglio della natura, una ruspa sposta dei manichini di ballerine fuori dalla scena.

Ottavo ambiente: Questo ambiente è riferito al quadro “Las Meninas” di Velasquez del 1656, un quadro alquanto misterioso a causa della sua concezione concettuale e spaziale. Le figure che popolano il quadro sono state trasformate in macchine e sagome in movimento, che si muovono componendo il quadro conosciuto, ma anche permettendoci di vedere alcuni angoli della stanza dove avviene la scena, che nel quadro originale è reso in un gioco di specchi.

Nono Ambiente: Il riferimento è a “Il grande Vetro” (1915-23). Questa opera di Marcel Duchamp è resa come fosse una lavanderia sistemata alla fine di tutte le stanze. L’ambiente ricostruisce ogni singola parte dell’opera trasformandola in una grande lavanderia. Si tratta di un’opera silenziosa, fatta di ingranaggi simbolici che si muovono provocando dei rumori.

Decimo ambiente: Un ambiente esterno al di fuori del precedente ambiente architettonico. Si vede un ponte su un fiume, dove gira una barca con degli amplificatori dove onde sonore e acquatiche si fondono. Il riferimento è alle musiche di Ligeti.

L’animazione “Officina Russolo” è concepito come un unico grande marchingegno. Durante la sua proiezione possono esserci altri musicisti che improvvisano dal vivo tenendo in considerazione i suoni e le suggestioni provenienti dallo schermo

Harry Partch Vol. 1

Variazioni per una moka

Genere: animazione – stop motion
Paese di produzione: Italia
Anno di produzione: 2007
Durata in minuti: 2’31’’

Regista: Guglielmo Manenti
Produzione: Extempora Srl
Distribuzione: Extempora Srl
Sceneggiatura: Guglielmo Manenti
Fotografia : Carlo Natoli
Musica: Harry Partch
Montaggio: Carlo Natoli
Effetti speciali: Guglielmo Manenti, Carlo Natoli
Cameraman: Carlo Natoli
Scenografia: Guglielmo Manenti

Sinossi
Un balletto meccanico prende vita intorno a una caffettiera, che di volta in volta si trasforma, diventando scatola magica, finestra su altri universi. Il video trae spunto dalle bizzarre elaborazioni musicali del compositore americano Harry Partch, dai suoi ritmi sincopati che si rivelano perfetti per musicare una coreografia realizzata con sagome disegnate in stop motion.

Finalista (secondo classificato) a “Corti Moak”, Modica (RG),  settembre 2008

Selezionato al Festival del cinema indipendente, Sezione cortissimi, Foggia, novembre 2008

Selezionato a “Cortoons”, Festival di corti d’animazione, Roma, marzo 2009

Selezionato a “Nontzeberri”, Festival di cinema fantastico, Bilbao, maggio 2009

Selezionato a “Corti and Cigarettes”, Festival di cortometraggi, Roma, giugno 2009

Selezionato a “Corti tra le Nuvole”, Vercelli, settembre 2009

Nimbus (nuvole)

Inutile cercare un senso a Nimbus, non è chiaro se corrisponde al nome del personaggio o a uno stato mentale.

Qualcuno potrebbe anche avanzare delle spiegazioni  sul fatto che il personaggio avanza a quattro zampe, forse un rimando alla condizione precaria  dell’uomo, un ritorno all’infanzia o  a uno stato animale. Lo si vede avanzare indifferente a tutto quello che sta intorno.

Un mondo fatto di mutamenti sismici ma anche di immobilità di periferie immerse nel sonno.

Corpi in lenti movimenti ipnotici.

Solo apparentemente sembra non accadere niente.

Un rifiuto all’idea del film come accadimento di storie e di fatti eclatanti.

Ogni episodio di Nimbus chiude con la scomparsa del personaggio verso l’alto,

Nimbus  (genesi)

Disegni e regia: Guglielmo Manenti

Animazione: Dario Guastella

Musica: Ellioth Sharp

Produzione: Extempora 2008

Nimbus Periferie

Disegni e regia: G. Manenti

Animazione: Dario Guastella , John Cascone (inserto Mw99)

Musiche:Pascal Comelad, Voi

Produzione Extempora 2008

Nimbus La giostra

Disegni e regia: G. Manenti

Animazioni: Dario Guastella

Musiche: tratte da Exces d’identitè di Misato Hayashi e Dario De Filippo

Produzione Extempora 2009

www.guglielmomanenti.it

——————————————————————————————————————————————————————–

Patrizia Miliani scrive per la rubrica “Schizzi d’ inchiostro

Un cavaliere elettrico sfugge al carillon di figurine futuriste che piroettano sulla scalinata del museo Puskin di Mosca, in un tuonare di sirene, e giunge fino a noi, nella breve e intensa performance di PierPaolo Koss , evento inaugurale dell’omaggio al  futurismo  allo Studio Tommaseo. E’ un’apparizione il cavaliere elettrico, irto di saette d’energia, il corpo fasciato nella tuta verde fluo, tentenna e rotea i raggi ieratico. Una musica di suoni affilati accompagna questa divinità elettrica dai gesti  lentissimi, che esprime una forza ancora trattenuta , e guarda noi, spettatori increduli davanti a un pezzo autentico di futurismo centenario.

E’ il meraviglioso futurista che ci seduce ancora, senza mostrare le rughe di un secolo, e ci cattura proprio per il paradosso del tempo che dovrebbe aver trasformato in un pezzo da museo questo movimento che i musei li voleva radere. Ma non è così. Perché il futurismo ha i suoi mille semi disseminati, e rintracciarne l’eredità è stato un bell’esercizio a cui  si sono dedicati tutti gli interventi nelle varie giornate, da PierPaolo Koss a Guglielmo Manenti al curatore Nanni Spano. E noi pubblico non possiamo che assentire e stupire per la culla così prospera di Marinetti e amici.

Il programma che Trieste Contemporanea, L’Officina, in collaborazione con DayDreamingProject, nella figura del curatore Nanni Spano, hanno proposto dal 10 al 15 ottobre, ha offerto una ricca opportunità per conoscere il futurismo. Una serie di spunti, di sollecitazioni, di sorprese,  che dalle arti visive alla danza, dal teatro al suono, sono stati accolti da un pubblico attento e affezionato ai vari appuntamenti,  e che ha partecipato numeroso alla serata conclusiva, in cui Sergio Pancaldi e Christiana Viola hanno curato l’evento performativo multisensoriale. I due attori hanno dato vita  ai personaggi di  Marinetti e Valentine de Saint Point, in un intarsio dai loro manifesti, componendo un duetto di sottile umorismo e fine interpretazione sulla donna  nel futurismo.

E’ stata una vera partitura futurista,  evento policromo, polifonico e polimorfo, come avrebbe detto Filippo Tommaso Marinetti. Di grande impatto l’installazione multimediale curata da Andrea Mazzone, con la proiezione  di immagini accompagnate da una colonna sonora sintetizzata da moduli di composizioni futuriste. E ancora, le conversazioni di Pierpaolo Koss sulla propria esperienza artistica in relazione al  futurismo, illuminanti e ricche di annotazioni.  Oltre  all’interessante mostra fotografica al Metrokubo, con opere in bianco e nero ispirate al fotodinamismo di Bragaglia, tratte o riprodotte in studio dagli spettacoli del performer genovese. Un repertorio di  personaggi futuristi, come bizzarri cubotti meccanici umanizzati, o figure rotanti, con guardinfante e cerchi,  o una ballerina di aerodanza, in costume e calottina metallizzata, sdoppiata dal ritmo del movimento.

Ci sembrano strane queste figure  di creature geometriche o  meccaniche che negano il corpo umano e lo bloccano in movimenti seriali,  disintegrando  con uno sberleffo la classicità. Quasi giocattoli che si animano, creature  perturbanti come gli automi, così inumane e familiari al tempo stesso.

Il futurismo non ama l’umano. Vuole sopprimere l’”io”, che considera una polpetta di psicologia tormentosa. Ma proprio là dove nega l’umano e sceglie la materia come campo d’elezione, si mostra l’impianto retorico del discorso futurista. Si esalta la nuova sensibilità moderna, frutto delle scoperte scientifiche, aereo,  automobile, telefono. Ma nessun futurista  abbraccia la scienza, al contrario. La materia è considerata “un’ossessione lirica”, di cui si può intuire l’essenza “cosa che non potrebbero mai fare i fisici e i chimici” (dal Manifesto tecnico della letteratura futurista, 1912).  Invece sono proprio gli anni in cui  nasce la fisica quantistica, che scopre il comportamento della materia nella dimensione subatomica, animata da principi eretici per la fisica galileiana.  Il futurismo quindi non è soltanto sinonimo di  rottura radicale col passato, ma presenta accanto anche  persistenze  di quella tradizione passatista, letteraria e retorica,  proprio quella che il movimento intendeva affossare.

Eppure, come si devono essere divertiti Marinetti e amici. Tanto. Perché questo gas esilarante del gioco al  meccano, dei cubotti animati, delle creature rotanti, dei suoni sparati, si sente ancora, e ci sorprende. Proviamo anche noi ad interrogare gli oggetti che ci accompagnano, una caffettiera ad esempio, protagonista di una drastica epopea tra gorilla e pellicani in una delle animazioni di Guglielmo Manenti. Forse non la troveremo né triste né lieta, come ci suggerisce Marinetti. Al nostro sguardo disincantato “il coraggio, la volontà, la forza assoluta” di un oggetto, di una caffettiera, non appare. Per noi la materia è un paesaggio consumato di senso, e soltanto un evento di meraviglioso futurista ci può restituire la visione, con un punto di vista diverso, sognando di guardar giù, seduti sul cilindro della benzina, in aeroplano, ad ascoltare l’elica turbinante che ci parla.

Gran finale allo Studio Tommaseo con le ricette originali della cucina futurista, il Carneplastico, il Bombardamento di Adrianopoli, le Mammelle delle italiane al sole, l’Antipasto intuitivo, che i “futuristi” collaboratori dell’associazione DayDreamingProject hanno interpretato per l’occasione. E il dinamismo del pubblico intervenuto ha esaurito in breve le scorte.

Patrizia Miliani


organizzatori: L’Officina, Trieste Contemporanea

in collaborazione con l’Associazione culturale Daydreaming Project e Studio Tommaseo

con il sostegno della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia

con l’adesione della Casa dell’Arte di Trieste

Share This:

Is anybody home? – settembre 2009

L’Associazione culturale DayDreaming Project, in collaborazione con KNULP presenta:

Is anybody home?

Mostra fotografica di HOTB

Sabato 12 settembre 2009

evento inaugurale:
ore 19.30
presso:

GALLERIA METROKUBO

Via dei Capitelli, 6563b Trieste

(sarà presente l’ autore)

L’ evento rientra nella 5a edizione di Triestèfotografia organizzata dall’ Associazione Culturale Juliet


Andy Violet per HOTB

HOTB è un fotografo e artista visuale, conosciuto per la ricerca di soluzioni visive estreme e l’uso di uno schema di colorazioni sature, suo inconfondibile tratto caratterizzante, che conducono ad una radicale trasfigurazione della figura umana. Costante è l’utilizzo di oggetti-feticcio, come un vecchio telefono di metà secolo e una chiave, correlativo oggettivo dei temi principali delle sue opere: la comunicazione interpersonale, la memoria e il segreto. Sebbene il sesso sia spesso presente nei suoi lavoro, esso è più simile a un moto di misticismo che a pura pornografia, mettendo la sessualità esibita al servizio di una impressionante, olistica esperienza di conoscenza del Sé, che può risultare in sentimenti di ripugnanza per lo spettatore. Il paradosso di un “corpo spiritualizzato” riempie lo spazio della fotografia, che più che mai diventa nelle sue mani il campo di battaglia tra la quotidianità e l’eternità, in cui egli opera un’incessante drenaggio dalla banalità all’assoluto. La sua non è fotografia, ma mitografia, creazione o rivisitazione di archetipi in una decadenza sovraccarica e barocca in cui, come piccata risposta ad Antoine de Saint-Exupéry, “l’essenziale diventa visibile agli occhi”, una spietata anatomia cerebrale in cui la follia, ricercata con metodicità e criterio, è l’allucinazione di una mente eccessivamente lucida. Tuttavia, tra passione e ossessione c’è in comune ben più che lo spazio di una rima, ed entrare nell’ufficio di questo raffinato detective dell’anima potrebbe significare ritrovarvi, come nei migliori gialli, nella stanza del serial texturizer.

Andy Violet BIO

Andy Violet lavora come poeta, scrittore, artista visivo e musicista. Laureato in Lettere Moderne, insegna Italiano e Latino in un Liceo Classico. Membro fondatore del gruppo di dub, trip hop e musica sperimentale Oem Quartet.


RIGHT RED

Intervista di Sergio Pancaldi (Staff DDProject) a HOTB.

Percorrendo la tua sterminata produzione ho avuto spesso la sensazione di ritrovarmi spettatore di un racconto infinito, una narrazione non consequenziale né lineare, composta di frammenti di vita materiale, ed osservata attraverso un groviglio di maglie dai colori acidi e saturi di tensione poetica ed emotiva.

–  E’ in realtà una narrazione molto articolata nella quale tutti i miei lavori occupano uno spazio ben preciso. Come hai sottolineato, questa narrazione non vuole e non può essere lineare perché la “storia” descrive vicende umane, tentativi, vittorie e sconfitte e quello che ci arricchisce come individui è la capacità di ripensare continuamente la nostra vita, di osservarla da diverse prospettive.

Nel tuo lavoro il corpo umano è protagonista assoluto ma a volte brilla per la sua assenza…

– Il corpo, la carne… è il materiale biodegradabile che preferisco. Hai assolutamente ragione quando dici “brilla per la sua assenza” nel senso che ha una valenza doppia quando manca rispetto a quando c’è. E’ un corpo trasfigurato e, il più delle volte, frammentato… che si dà nel dettaglio molto più che nella totalità perché la totalità ha smesso da tempo di essere la somma delle parti

Un simbolo ricorrente nella tua produzione è il telefono, spesso un vecchio apparecchio che permette come solo strumento comunicativo la voce. Chi o che cosa c’è all’altro capo della “cornetta”?

– Quando avevo 4 anni, in Venezuela dove sono nato, io e mia sorella con mia madre andavamo a far visita a un’amica di famiglia, almeno una volta la settimana. In un armadio della casa c’era questo telefono nero, obsoleto già allora, con cui noi bambini giocavamo. Credo sia stato il mio primissimo feticcio, oggetto di un desiderio non corrisposto. Infatti, mentre mia sorella aveva sempre queste lunghissime conversazioni (che solo dopo ho capito essere immaginarie), quando era il mio turno il telefono era sempre muto. Il telefono che compare così spesso nei miei lavori è senza dubbio l’immagine di quel telefono: da qui il suo essere scollegato, fuori posto, in ogni caso inadatto allo scopo di comunicare. All’altro capo della cornetta non c’è nessuno ma, d’altra parte, neanche a questo capo.

Parlando di musica, quali sono i tuoi riferimenti? Se non erro, la sigla H.O.T.B ha a che vedere con questo campo creativo…

– HOTB è l’acronimo di Home Of The Brave, il film diretto da Laurie Anderson, un omaggio al suo genio.

Tu mi chiedi informazioni più concrete ma, in realtà, posso solo dire che HOTB è una entità relativamente giovane, essendo nato nel e per il web nel novembre del 1997. La musica è stata in qualche modo il suo humus e infatti il suo sogno nel cassetto resta quello di disegnare copertine per album musicali, sogno realizzato solo sporadicamente. Da Peter Gabriel ai Nurse with Wound passando per tutta la scena indie ’80 e ’90 la musica è il rumore di sottofondo di quasi tutti i miei lavori. Il primo progetto di HOTB per il web fu una serie intitolata TIME/RECORD OF THE TIME (ancora la Anderson) e spessissimo i miei titoli sono ripresi da songs che in un modo o nell’altro rappresentano momenti e/o dettagli particolari nella mia vita

Mentre per quanto riguarda poesia e letteratura? I titoli che accompagnano le tue immagini sono sempre evocativi e mai banali…

– Sono un lettore compulsivo… non nel senso che leggo di tutto, è solo che se scopro un autore che mi piace “devo” leggere tutto quello che ha scritto. De Sade, Ballard, Pessoa, Burroughs, Ben Jelloun così, in ordine sparso… ognuno di loro mi ha insegnato qualcosa… la serialità sadiana e il suo spiccato senso matematico, la fredda eppure sensuale crudezza di Ballard, la poesia inarrivabile di Pessoa e, soprattutto, il suo invito ad essere multipli, come in un gioco di specchi, come si usa fare così spesso oggi in rete…

E’ piuttosto nota nelle web community la tua passione di reinterpretare immagini di altri, impregnandole del tuo tocco, qual è la tua opinione sulla proprietà e sull’identità di un lavoro artistico?

– La prassi di “rubare” le immagini di altri e di rielaborarle nasce sulla scia di quello che Andy Warhol definiva “fare piccoli regali alle persone così si ricorderanno di me”… e infatti ancora oggi quando rispedisco l’immagine rielaborata all’autore lo avverto che c’è un regalo per lui nella mail. Detto questo, ho il massimo rispetto per il lavoro artistico di quelli a cui “rubo” le immagini e, se lo faccio, non è perché l’originale sia incompleto o necessiti del mio trattamento, è semplicemente perché io ci vedo altro… magari questo altro non ha nulla a che vedere con le intenzioni dell’autore stesso… diciamo che il mio lavoro in questo caso si situa in una zona di mezzo tra il non detto e il non visibile. Devo dire, con un certo rammarico, che non sempre viene colto questo aspetto della rielaborazione… i più la vedono come una semplice operazione estetica e mi propongono le loro immagini da rielaborare… ma non funziona così.

Per quanto riguarda la proprietà del lavoro artistico, beh, l’altro giorno Andy Violet mi ha chiesto quasi sconcertato “ma tu uploadi le immagini in dimensioni stampabili?”  Certo che si… a me non interessa avere alcun copyright sulle immagini, il mio stream è un invito al saccheggio e la sola idea che qualcuno possa prendere una immagine creata da me e spacciarla per sua facendone quello che gli pare mi procura un piacere vicino all’orgasmo.

Il medium elettivo di H.O.T.B è il digitale: dall’immagine fotografica al filtraggio attraverso il software. Esistono tuttavia anche tue produzioni concrete, nate magari per diretta commissione… ci sono formati e supporti che prediligi?

– HOTB è assolutamente una creatura digitale tout court. Le sue creazioni nascono muoiono e rinascono con l’accensione e lo spegnimento di un monitor e, personalmente, non credo esista un supporto diverso capace di renderle con uguale intensità. Eventuali produzioni concrete, le copertine del gruppo death metal NATRON per esempio, sono sempre firmate col mio vero nome, mai HOTB. Unica eccezione le stampe su tela sulle pareti di Villa Ormaneto, in provincia di Verona.

Ti chiedo un commento a questa frase, pronunciata davanti a un pubblico sicuramente sconcertato da Filippo Tommaso Marinetti durante la sua prima serata teatrale futurista, a Trieste: “Gli artisti morti sono ben pagati. I vivi non raccolgono che scherni, insulti, calunnie, e patiscono la fame. Sotto il regno di questi sfruttatori del passato si uccide ogni giorno un poeta di genio… Noi dobbiamo difenderci contro gli abili assalti degli opportunisti, degli spiriti grettamente mercantili che abbondano nel mondo dell’ arte”

– Credo che, tranne che per rarissime eccezioni, le parole di Marinetti siano attuali oggi più di ieri. E ti parlo come uno che rifiuta di essere etichettato artista, lo sai, ti parlo come semplice fruitore. Oggi è l’Arte in sé che patisce la fame, è la cultura che stanno cercando di svuotare di significati e contenuti. Basta vedere lo scempio che si fa allegramente dell’istruzione di questo paese, i colpi di machete alla ricerca, all’università, allo spettacolo. E qual è il contraltare? Noi dobbiamo difenderci dagli spiriti grettamente mercantili che ormai occupano il potere e ogni forma di comunicazione.

Qual è il “simposio ideale” di H.O.T.B? Citami almeno tre personaggi di qualsiasi epoca storica del passato con i quali ameresti parlare d’amore.

– Questa è facile… Medea, Frida Kahlo e Virginia Woolf. Tutte donne, inevitabilmente… gli uomini sono inabili ad amare.

Spesso tra le tue immagini si cela un senso incombente di apocalisse, o più in generale di imminenza del tragico. Ritorniamo nel 2009 in Italia oppure, se preferisci, su questo pianeta senza badare ai confini delle nazionalità. Qual è un futuro possibile? E l’arte che ruolo potrebbe giocare in questo scenario ipotetico?

– Ho due bambini, mi piacerebbe arrendermi al facile pessimismo ma non posso. Non posso accettare passivamente che il loro futuro sia peggiore del nostro presente. E’ ingenuo pensare che l’arte possa portare a compimento la rivoluzione delle masse però il ruolo che l’arte e la cultura possono e devono giocare è enorme. Instillare il dubbio contro l’omologazione, scuotere dal torpore, anche solo accendere una riflessione. Provocare. Ecco, quando qualcuno commentando i miei lavori dice che provocano una riflessione, io sono appagato.

Infine, parlando di futuro in termini più concreti, ci sono dei progetti in cantiere? Oltre ovviamente all’esposizione prossima ventura qui a Trieste, presso il MetroKubo.

– Progetti espositivi in cantiere non ce ne sono, in realtà. La mostra a Trieste rappresenta un’anomalia, di cui sono felicissimo e a cui tengo molto ma non credo potrà ripetersi in altri luoghi e tempi. Nel futuro di HOTB ci sono soprattutto collaborazioni con musicisti e artisti di varia estrazione come  “p.Oz.”, “dok.topùs” e “the dim locator” le cui musiche faranno da colonna sonora all’esposizione di Trieste.


Patrizia Miliani in “schizzi d’ inchiostro”

Hot Chi?

E’ finito il tempo in cui un’immagine scatenava baruffe e si pigliavano botte a cotè di un dipinto dove una puttana nuda guardava lo spettatore senza fare la maddalena? E’ finito.

Non c’è più modo che un’immagine possa èpater le bourgeois, facendo un botto nel suo salotto disneyano? No, non c’è più.

HOTB compone figure, là dove altri nei secoli hanno costruito sistemi filosofici, o si sono tormentati sulla persistenza del male, e hanno scritto volumi sulla crudeltà. HOTB non è il nipote di De Sade, e non finirà alla Bastiglia per le sue immagini. Anzi. Il fruitore della sua personale potrà sentirsi piacevolmente compiaciuto o sottilmente sconcertato, ma tornerà a casa comunque con un frizzico blu nella schiena. HOTB con la sua provocazione ci aiuta a sentire quanto è viva la nostra coscienza televisiva, adorna di immagini pubblicitarie, dove c’è sempre casa, ovunque nel mondo e in qualsiasi malaugurata situazione, basta avere il fusillo in tasca. HOTB lo sa, e alleste per noi il suo teatrino poco rassicurante nello scantinato umido e fetente delle sue pulsioni di morte. Manca l’ultimo sfregio, quando la creatura soccombe, senza ritorno, all’esplorazione di quello scantinato,dove le donne di Barbablù sono custodite in stile macelleria.

E’ femminile, l’oggetto che si ritrova nello scantinato di HOTB, serrata nelle corde, nastro adesivo sulla bocca, spesso senza occhi, un essere senza sguardo, negato, come nei lager, dove i prigionieri non dovevano mai guardare negli occhi i carcerieri.

Perchè lo sguardo è lo specchio, e il torturatore non vuole specchiarsi.

Gli occhi ricompaiono nei primissimi piani maschili, dove HOTB assume il ruolo di colui che ama, e il colore è sparato nelle iridi degli amati.. Lo sguardo cancellato della donna, vittima per definizione, traspare nascosto nelle iridi fluorescenti degli amati, che accompagnano, come faceva l’Iride del mito, le donne”morte” nell’aldilà.

C’è del manierismo nelle immagini di HOTB, nel sovraccarico di grafismi che addensano oscurità, accanto a qualche colore primario steso a contrappunto di una luce che non illumina. L’immagine è come sottoposta alle interferenze del tempo, litografica e bloccata nelle righe, nelle vetrate a quadrati, quasi sbarre.

Il pathos è’ confinato nei titoli, nell’abbandono lirico di un capannone industriale, nella rovina accorata di una vasca da bagno, nelle macerie di un luogo senza luce, dove le sole finestre possibili si spostano, e sono occhi di visi infantili, in altre immagini, sparse qua e là, come una grammatica di luce in mezzo all’opaco.

Una discesa agli inferi con redenzione promessa dai visi infantili. E se il nazareno capitasse nella galleria dove espone HOTB, tornerebbe alla carica, con i suoi amici pescatori ed esattori delle tasse, lenti e permalosi, per trovare altri amici, lenti e permalosi.

Per sua sfortuna e nostra fortuna, HOTB non ha letto Melanie Klein, che racconta con dovizia del “terribile comportamento sadico” dei bambini piccoli. E così, per HOTB l’innocenza resta, e rischiara o disturba la nostra visione delle sue immagini.

In HOTB un’umanità genitale e a tratti pornografica interpreta una sgangherata pulsione di vita, mentre neri telefoni disseminati, come ruderi in un paesaggio romantico, sono in attesa di una chiamata.

Forse, la chiamata di colui che un tempo era l’Interlocutore, ora muto.

Il fotografo pugliese non ci racconta nulla della signorina stesa a terra con i polsi legati dalle corde ben serrate. Lo sconcerto per noi, il vero teatro della crudeltà, sarebbe scoprire che è nostra sorella o la vostra fidanzata. Ma HOTB ce lo risparmia. Anche Isacco era incaprettato sulla pira, pronto al sacrificio, ma fu risparmiato. Ecco, le immagini di HOTB parlano dell’impossibilità del sacrificio.

E dell’essere risparmiati.

L’impossibile sacrificio costringe a ripetere rituali dove la vittima è sempre risparmiata, e alla fine, si toglie le corde, si riveste e torna a casa, a farsi una piatto di fusilli e a guardare la tivù.

Patrizia Miliani

Collaboratrice del DDproject

Share This:

BloomsDay – giugno 2009

Per un pubblico di appassionati il 16 giugno diventa  un ” Bloomsday” che collega Dublino, Parigi, Zurigo e Trieste:

L’Associazione DayDreaming presenta

BloomsDay

 

 

 

 

dedicate James Joyce

mostra di Guglielmo Manenti


 

 

L’Associazione Culturale Daydreaming Project, presenza attiva nello scenario artistico contemporaneo di Trieste, quest’anno ha deciso di celebrare nella  propria maniera il Bloomsday, giornata simbolo dell’opera Joyciana, proponendo la mostra di Guglielmo Manenti “BloomsDay”, illustrazioni liberamente tratte dall’ ”Ulisse” di James Joyce.

Per un pubblico di appassionati il 16 giugno diventa così un ” Bloomsday” che collega Dublino, Parigi, Zurigo e Trieste.

Prendendo spunto dagli spostamenti effettuati dai personaggi  dell’”Ulisse”, i curatori dell’iniziativa, nelle figure di Nanni Spano, Sergio Pancaldi, Christiana Viola e Cristina Talarico, hanno deciso di creare una mostra che ha più punti espositivi per il centro vecchio di Trieste.

Sede principale ed inaugurale della  mostra è la Galleria MetroKubo.

Lo spettatore seguendo una mappa troverà i diversi capitoli della mostra in più luoghi. Come a seguire i percorsi di Joyce che tra l’altro abitava realmente in questa zona.

L’obiettivo è di creare una collaborazione tra più spazi espositivi e non, nella volontà di portare nuova attenzione alla figura dello scrittore, creando un momento annuale in cui l’arte contemporanea  cerca di indagare uno scrittore che suggerisce molteplici spunti. Si tratta di una proposta culturale che si augura di potere sempre più collaborare con quelle che sono le istituzioni tradizionali cittadine.


Bloomsday

Illustrazioni di Guglielmo Manenti tratte dall’”Ulisse” di James Joyce.

 

E’ noto che l’”Ulisse” di Joyce sia considerato da tanti lettori come “difficile” da seguire. Alcuni riescono ad immergersi fino a perdersi dentro questo testo canonico della letteratura inglese, altri si fermano di fronte a questo testo “labirintico”, credendosi davanti a qualcosa di “oscuro”.

Chi decide di avventurarsi nell’impresa di lettura dell’”Ulisse”, infatti, deve essere cosciente di essere parte attiva di un processo creativo, in quanto è necessario continuamente operare delle scelte e dei salti all’interno del testo. Si tratta di un percorso sempre mobile, in alcune parti addirittura informe: il lettore stenta a costruirsi una visione di insieme. I continui cambi di registro nella scrittura joyciana creano una forma di sfalsamento costante. Lo scrittore modifica la sua voce narrativa a tal punto da prendere in prestito lo stile e le caratteristiche di quello che sta scrivendo. Un esempio per tale procedimento è dato dal capitolo ambientato all’interno della redazione di un giornale. Questo capitolo procede con le caratteristiche dei tagli giornalistici, dei titoli brevi in grassetto, ma anche degli spazi che sono quelli dell’impaginazione di un giornale.

L’”Ulisse” è stato concepito nel 1922. Si tratta del capolavoro di James Joyce e il punto di arrivo della sua sperimentazione linguistica. La trama è ambientata a Dublino e descrive gli eventi di un singolo giorno, il 16 giugno 1904, seguendo il percorso fisico e psicologico dei tre personaggi principali: Leopold Bloom, un uomo comune, sua moglie Molly e l’artista Stephen Dedalus.

L’obiettivo dell’illustratore nella sua indagine artistica sul testo è stato quello di disegnare una mappa degli spostamenti dei personaggi e di rappresentare alcuni dei fatti principali, soffermandosi soprattutto su quelle parti del testo visionarie che “si aprono” al lettore, su quei piccoli mondi fatti da visioni epifaniche proprie della poetica joyciana, cioè quelle manifestazioni del reale che sotto una nuova luce diventano testimonianze di una realtà divina e atemporale. Queste visioni molto spesso sono alternate a momenti di fatti e pensieri bassi, molto terreni e/o carnali.

Emerge inoltre dai disegni della mostra l’alternanza di illustrazione e fumetto che rappresenta un tentativo di rendere stilisticamente i molteplici cambi di registro. La visualizzazione delle atmosfere delle singole scene è un aspetto che Joyce descrive in maniera molto visiva, suggerendo a volte dei colori precisi (aspetto mutuato dagli scrittori simbolisti, che facevano della scrittura una macchina sinestetica)

  

 

Spazi espositivi:

Sede principale ed inaugurale della  mostra è la Galleria MetroKubo.

Lo spettatore seguendo una mappa troverà i diversi capitoli della mostra in più luoghi per il centro vecchio di Trieste. Come a seguire i percorsi di Joyce che tra l’altro abitava realmente in questa zona.

 

 

 

INAUGURAZIONE
MARTEDI’ 16 GIUGNO h 19

no images were found


GALLERIA METROKUBO
Via dei Capitelli, 6563b Trieste

sarà presente l’ autore

interventi multimediali a cura del DDproject

interverrà Erik Schneider sul tema “Joyce e i bordelli triestini

 

  

 

 

 

BLOOMSDAY 2009  – 20 settembre 1904

[hana-flv-player
video=”http://daydreamingproject.org/wp-content/plugins/hana-flv-player/bloomsday treno.flv”
width=”480″
height=”320″
description=”teatro”
clickurl=”#”
clicktarget=”_self”
player=”2″
autoplay=”false”
loop=”false”
autorewind=”false”ftp://www.petitsoleil.org/ultimo_materiale/Collis.avivideoprovaimage=”http://www.petitsoleil.org/public_html/wp-content/plugins/hana-flv-player/videoprova.jpg”/]

BLOOMSDAY 2009  – Molly

[hana-flv-player
video=”http://daydreamingproject.org/wp-content/plugins/hana-flv-player/bloomsday molly.flv”
width=”480″
height=”320″
description=”teatro”
clickurl=”#”
clicktarget=”_self”
player=”2″
autoplay=”false”
loop=”false”
autorewind=”false”ftp://www.petitsoleil.org/ultimo_materiale/Collis.avivideoprovaimage=”http://www.petitsoleil.org/public_html/wp-content/plugins/hana-flv-player/videoprova.jpg”/]

BLOOMSDAY 2009  – Intervento di John McCourt all’ Urban Hotel design 

[hana-flv-player
video=”http://daydreamingproject.org/wp-content/plugins/hana-flv-player/bloomsday mc court.flv”
width=”480″
height=”320″
description=”teatro”
clickurl=”#”
clicktarget=”_self”
player=”2″
autoplay=”false”
loop=”false”
autorewind=”false”ftp://www.petitsoleil.org/ultimo_materiale/Collis.avivideoprovaimage=”http://www.petitsoleil.org/public_html/wp-content/plugins/hana-flv-player/videoprova.jpg”/]

BLOOMSDAY 2009  – Intervento di Eric Shneider  al MetroKubo

[hana-flv-player
video=”http://daydreamingproject.org/wp-content/plugins/hana-flv-player/bloomsday mc court.flv”
width=”480″
height=”320″
description=”teatro”
clickurl=”#”
clicktarget=”_self”
player=”2″
autoplay=”false”
loop=”false”
autorewind=”false”ftp://www.petitsoleil.org/ultimo_materiale/Collis.avivideoprovaimage=”http://www.petitsoleil.org/public_html/wp-content/plugins/hana-flv-player/videoprova.jpg”/]

Share This:

I due fiumi – maggio 2009

L’ass. cult. Daydreaming Project, in collaborazione con il Circolo del Cinema “Metropolis”

venerdì 29 Maggio
presso MetroKubo in Via dei Capitelli ,  6563b a Trieste

presenta il video documentario di Mauro Tonini, storico dell’arte, dedicato al pittore friulano Giuseppe Zigaina e alla sua intensa amicizia con PierPaolo Pasolini, ricca di collaborazioni e intrecci artistici.

L’autore, Mauro Tonini, così ci descrive il suo lavoro:

“Tutto è partito dai quadri di Giuseppe Zigaina che mi hanno parlato con

forza sorprendente della sua e mia terra, fin dalla prima volta che li

ho visti.

Io volevo guardare in faccia quest’uomo che racconta il Friuli e

dentro questa terra la sua storia e i suoi sogni. E nella mia

ignoranza del mondo volevo anche la sua benevolenza, perché non mi

manca da mangiare, ma mi manca l’àncora che legava gli uomini di un

tempo alla loro vita.

L’idea di questo film è nata dall’amore per l’arte, dal legame con

questa terra, e dalla confusione del mondo.

Con questi sentimenti ho suonato alla porta di un uomo vecchio, e di

un altro mondo.

Giuseppe Zigaina mi ha spiazzato perché non ha voluto parlare di

pittura ma di quel mondo che la sua pittura rappresenta, il mondo del

mito, raccontandomi una storia.

Questo documentario è il ritratto di un uomo di un altro tempo che parlando del

suo mondo parla del mio.

Io ho restituito con tutta la sincerità che mi è concessa il mio

stupore, di fronte a una storia eccezionale. Questo è il mio

contributo al film, che è fatto di una lunga intervista: il suo

racconto, intimo ed epico insieme.”

Share This:

Nodo Doc3 – maggio 2009

In occasione del Nodo Doc3

presso il DDCube – via Capitelli 656 3b

dal 6 al 21 maggio
mostra fotografica

L’ Impero dell’immagine
Cecilia Mangini Fotografa, 1952-1965


Inaugurazione 6 maggio ore 18

Concepita in stretto legame con la produzione cinematografica, di cui spesso condivide i soggetti, la mostra fotografica comprende, oltre a vari materiali informativi e documentali, una selezione di  immagini realizzate fra il 1952 e il 1965 all’insegna di un realismo congiunto all’impegno sociale. Si comincia con una serie ambientata fra le desolate saline di Lipari, si prosegue con le periferie di Milano, con la Firenze dei romanzi di Pratolini e i lavoratori della Val d’Arno, si conclude con il reportage in Vietnam nel quale la Mangini raggiunge la punta più matura delle sue esperienze fotografiche.

Al cuore di un Paese. Cecilia Mangini documentarista
a cura di Federico Rossin

Cecilia Mangini è un unicum nel panorama del nostro cinema.
Donna fiera, valente fotografa e versatile documentarista sin dai bigotti e maschilisti anni ’50, si afferma da subito per la sua visione appassionata sull’uomo e sulla storia: dirige oltre 40 cortometraggi e alcuni lungometraggi, questi ultimi in collaborazione con il compagno di vita e anch’egli grande cineasta Lino Del Fra.
Il suo cinema ha sempre sfidato il presente portando più in là di qualsiasi ideologia un discorso coerente e umanista sulla società e sulla cultura italiane: non è un caso che grandi poeti abbiano per lei scritto i testi di alcuni film: Pier Paolo Pasolini, Franco Fortini, Vasco Pratolini.

L’opportunità di mostrare una parte sostanziosa del suo corpus filmico permetterà di scoprire uno sguardo sempre attento e intelligente sul mondo, un’opera che ha documentato i cambiamenti radicali del nostro paese, il passaggio traumatico da una società provinciale e rurale ad una modernità spietata e omologante, ma anche la lenta presa d’atto del valore di lotte e conquiste sociali, le contraddizioni dei cambiamenti di costume e mentalità.
www.nododocfest.org

Share This:

LINEE D’ OMBRA – DICEMBRE 2010

L’ Associazione culturale DayDreaming Project in collaborazione con  Knulp presenta:

LINEE D’ OMBRA

Mostra di Jadro

Giovedì 16 dicembre 2010
ore 19.00 inaugurazione

Letture di Marijana Sutic
Improvvisazione musicale  di Michele Cernic e  Santo Amato, violino e contrabbasso.
Performance pittorica di Jadro
presso il bar libreria KNULP
in via Madonna del Mare 7/a, Trieste

la mostra proseguirà fino al 21 gennaio 2011

Biografia artistica:

Adriano Pavlicevich, in arte Jadro

Nato il  20  marzo  1975 – Udine.

Dice di se:

“La famiglia ha garantito un ambiente ricco di stimoli culturali, tecnici ed esistenziali.

La carriera artistica nasce simbolicamente nel 2000 a Poitiers in Francia dove ho trascorso dieci mesi per studiare un fenomeno sociologico attraverso il progetto Erasmus.

In compagnia di una Ricoh TLS 401 ed inserito fatalmete in un clima internazionale ho colto l’occasione di uscire da un approccio periferico  e, supportato da valide amicizie, ho iniziato un cammino consapevole di volontà e necessità espressiva.

Solo al ritorno in Italia e dopo una serie di crisi personali, già iniziate in Francia, ho sperimentato con gli amici alcune mostre che diventano trait d’union per esperienze più specifiche.

Devo segnalare due importanti riferimenti nel mio percorso: nel 2004 incontro ed inizio a collaborare con Agenzia Luce di Trieste (l’agenzia che mi ha insegnato e mi insegna a fotografare) e nello stesso anno trovo l’incoraggiamento di Ambra Mocchiutti che mi ha fornito la prima e fondamentale impostazione  sul disegno e la pittura.”

Queste le mostre personali:

Lastovo, Casa Ociun, estate 2005  – mostra fotografica  “Vedute di Lastovo”;

Perugia, Chiesa di Santa Maria Misericordia, estate 2006 – mostra fotografica  “Anziane stagioni”;

Lastovo, Casa Ociun, estate 2006 – mostra fotografica  “Mercato di Spalato”;

Reana, Banca del Credito Agricolo, autunno 2007- mostra fotografica  “Anziane stagioni”;

Trieste, Bar Capriccio, primavera 2008 – mostra fotografica  “Barche e biciclette”;

Trieste , Club Zyp_ Azienda Sanitaria, inverno 2008 – mostra di disegni  “Matassa”;

Lastovo, Sala Comunale, estate 2009  – mostra di disegni  “Matassa”;

Trieste, Acconciature Winters, autunno 2009 – mostra di disegno  “Matassa “;

Trieste, Club Arci 24 B, autunno 2009 – mostra di disegni “Colore”;

Trieste, Club Arci 24B, inverno 2010 – mostra di disegni “Matassa”;

Trieste, Palazzo Scrinzi-Sordina, primavera 2010 – mostra antologica;

Hrastovlje (Slo), Sala Vaski dom, autunno 2010 – mostra fotografica “Natura morta”;

Trieste, Bar Capriccio, autunno 2010 – mostra di disegni “Certi notturni”.

Share This: