DRESSING UP – aprile/maggio 2009

Associazione Culturale Daydreaming Project presenta:
MOSTRA
DRESSING UP

Disegni e dipinti di Chiara Perini

18 Aprile > 16 Maggio  inaugurazione Sabato 18 Aprile h 17

Libreria “LA CORTE DEL LIBRO” Via Roma 11 Tolmezzo (UD)

Dressing up, è il titolo dell’esposizione: travestimento, trasformazione, finzione, farsa
Chiara Perini, artista italiana da anni ormai trapiantata a Londra, ci propone olii e disegni a matita che ritraggono corpi e ritratti di inquietanti donne-bambine che spiazzano lo sguardo del fruitore e che pongono importanti e provocatorie domande inerenti il genere, la sessualità, l’oppressione, la repressione esercitate sull’infanzia e sulla costruzione della propria identità.

Angeli, fatine, principesse evocano l’immaginario stereotipato di un soggetto femminile decontestualizzato e atemporale, tanto lontano dal mondo reale e terreno, quanto vicino al mondo incantato delle fiabe, al magico, al divino. Le opere proposte spaziano dalla bellezza eterea degli angeli tesi ad ingraziarsi il divino fino a quella più materiale delle principesse atte a conquistarsi il tanto sognato principe azzurro; esse offrono una chiave di lettura alla costruzione dell’identità femminile, lontana dall’essere frutto della biologia o di una ricerca individuale ma che pare trovarsi nella trasmissione sociale di valori e credenze dettate da un potere consolidato e quindi imprescindibili dallo squilibrio che ancora caratterizza le regole che guidano i rapporti tra i generi.  Chiara Perini, con queste immagini ha permesso a se stessa e ai suoi soggetti di trasformare “un ruolo” da passivo oggetto di rappresentazione e fonte d’ispirazione a quello attivo di artista ed è stata capace di esprimere con originalità un’immagine “altra” del mondo femminile per ricordarci che il cammino verso l’emancipazione  non tocca soltanto la sfera dei diritti civili, ma passa anche attraverso i controversi segni del mondo dell’arte figurativa.

E nell’immagine di un pianto, che diventa smisuratamente urlo, si intravede la speranza di un possibile cambiamento.

Marisa Ulcigrai
Presidente di FOTOGRAFAREDONNA
Associazione Culturale di Donne Fotografe


Non so se nella sua storia di artista vengano prima gli oli o le matite. In entrambi i casi un critico provetto troverebbe percorsi e ascendenze mirabolanti, ma a me piace il gioco di assonanze e dissonanze.

Perché tanto “carucci” sono i bambini delle matite quanto sgraziati quelli martoriati dall’oli. Io guardo al problema tecnico: per esempio l’olio non si cancella ma si può solo modificare e allora Chiara rinuncia a stenderlo con l’attenzione della matita ma cerca altre potenzialità espressive. E poi l’olio non permette il tratto sottile e leggero della matita ma suggerisce la sfumatura, tenue o aspra. Chiara risolve il problema tecnico trasformando l’olio in un’arma feroce con cui supera il particolare nella foga espressiva di bambini che urlano e si dibattono per esprimere una violenta disperazione.

Qual’è la disperazione di questi bambini? Guardate gli abiti stritolanti come gabbie inattaccabili. E non pensate all’abito della prima comunione che nella sua candida grazia geometrica è piuttosto un omaggio alla severa e dolce sacralità umanistica di Antonello da Messina, ma alla bambina con la bambola che affida la sua ansia di vivere ai piccoli fiori colorati della ghirlanda, come un disperato messaggio nella bottiglia a un mare incolore, che non può che essere, tecnicamente guardando, minaccioso e infinito.

Il richiamo alla bad painting inglese di qualche anno fa va qui alle sue oscure radici. L’artista piega non solo una tecnica ma anche uno stile a ciò che le è più caro, alla ricerca di un carattere dominante come una colpa originale. Siamo lontani dall’ormeggio sicuro di qualsiasi isola culturale. Qui stiamo scendendo con Chiara nel ventre buio di una lontana educazione repressiva con enorme coraggio e sincerità. E’ la protezione dell’estetica ad aiutarla in questo difficile viaggio catartico che, come una tragedia greca, diventa paradigma dell’oggi. Ecco in che modo ci interessa la sua struggente testimonianza: nell’urlare che il passato non è poi così passato. Basta guardarci intorno.

Ma guardate bene le matite, perché esse hanno tutt’altro carattere. Qui la sofferenza è trattenuta a forza dai bei vestitini descritti con minuzia. Qui il dolore è ancora più forte che negli oli dove almeno i bambini si possono dibattere e urlare. Qui c’è una rassegnazione che solo la matita può esprimere e non per volontà dell’artista ma a causa della tecnica. La matita esige infatti il particolare e la precisione, cioè una capacità di concentrazione sul modo in cui il singolo segno può modificare l’intero ritratto da rendere l’esercizio del disegno simile a quello della meditazione.

E’ così che nel disegno non prevale un singolo moto, magari violento, dell’anima ma un equilibrio difficile e sofferto tra caratteri talvolta opposti. Dobbiamo amare il ricco vestito per dichiararlo prigione, e dobbiamo trovare la dolcezza dello sguardo prima di esprimere la sua disperazione.

Grande e difficile il disegno, ma certo non liberatorio come la pittura.

Cos’è allora che viene prima nella storia di Chiara? Ha iniziato a dipingere dopo aver molto disegnato? O viceversa ha dovuto urlare prima di meditare? Ma forse questi sono solo fatti suoi.

Mauro Tonini

Chiara Perini, nata a Gorizia nel 1965, dal 2000 vive e lavora a Londra.

Dopo una carriera nell’ambito della ricerca sociale e di mercato, Chiara decide di esprimersi come artista.

Nel 2004 consegue il Diploma Post Laurea in Belle Arti al Chelsea College of Art and Design di Londra. Da allora
lavora come artista e insegnante free-lance. I temi dominanti nel suo lavoro sono gender e sistema educativo.


Mostre Personali

2009 – Dressing Up
Teatro Miela – Trieste (Italy)

2008 – Dressing Up
Ce.Ri.Do.- Centro Riceca Documentazione Arte Contemporanea
Fiumicello (Italy)

2003 – It’s Time to Play
Istituto Italiano di Cultura – Prova d’Orchestra – Londra (UK)

Mostre Collettive

2008 – Parto e Ospedalizzazione
a cura dell’associazione Terrapraena – Napoli (Italia)

2007 – Maninfesto – Pittura e Disegno in Friuli Venezia Giulia
Mostra degli 8 finalisti del Concorso
Villa Manin – Centro di Arte Contemporane – Passariano (Italia)

2006 – Mostra annuale degli Associati: i 12 Finalisti
Studio Voltaire – Londra (GB)

2004 – Mostra Fotografica sulla Violenza Domestica
Limelight Gallery (Lewisham) – Londra (GB)

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