Associazione Culturale DaydreamingProject in collaborazione con Knulp presenta
EN – JOYCE DADA
Mostra di Guglielmo Manenti
Knulp
Via Madonna del Mare 7a Trieste
11 giugno 2016 ore 20
Presentazione di Erik Schneider: “Zurigo 1916, Joyce al Cabaret Voltaire”
Performance dal vivo di Sergio Pancaldi
Con la partecipazione di Ugo Pierri
Set fotografico dadaista aperto al pubblico a cura di Nanni Spano
Video a cura del DDproject e Fausto Vilevich
Riprese e immagini di Nanni Spano
Montaggio di Alessandro Bolettieri
Con la collaborazione di: Aldo Vivoda (Petit Soleil), Alice Angelomè, Paola Frausin, Leonardo Stevanin, Stefano Udina.
“Sara Alzetta ci ha detto che forse anche Molly Bloom parteciperà alla serata”
EN – JOYCE DADA
In questa mostra Manenti ci conduce attraverso i suoi fumetti e le sue illustrazioni in un viaggio semiserio che ci permette di entrare e visualizzare alcuni processi creativi dello scrittore James Joyce.
Un laboratorio mentale in cui i linguaggi della vita quotidiana e la scrittura vengono smontati e analizzati per cercarne forma e ritmo.
La mostra si concentra sull’attenzione di Joyce per le lingue orali legate alla vita di strada e del popolo, che lui mescola a citazioni letterarie.
Si vedono alcune immagini nelle quali lui si mescola alla gente registrando frammenti di frasi trovando scene e spunti negli angoli della città meno battuti.
Senza preoccuparsi di accostare linguaggi alti e bassi, lo scrittore capta questa marea di suoni, di dialetti, di frasi immaginifiche e di microstorie.
Un nuovo alchimista che cerca di trasformare e di far emergere i frammenti loro che per lui devono resistere al tempo. E quando gli va bene attraverso questa dedizione totale riesce ad accedere a qualcosa che lo mette davanti al divino, a qualcosa di universale.
“Joyce e il Cabaret Voltaire”
Nel 1916 Joyce e famiglia si trovano a Zurigo da un anno. Essi sono lì per fuggire dalla guerra, e così per loro continua il loro perenne esilio, perché la città svizzera rimane neutra per il tutto il conflitto mondiale. Anche per questo motivo Zurigo è diventata un centro culturalmente attivo che attira tutti quegli intellettuali che per posizioni politiche ed etiche rifiutano la guerra.
Lì Joyce prosegue il suo lavoro di scrittore (portando avanti il suo “Ulisse”) e quello di insegnante di lingua aiutato da diversi intellettuali che credono nella sua opera (Ezra Pound sarà sempre tra i maggiori sostenitori dell’opera di Joyce e gli procurerà preziosi contatti economici e culturali). Lo scrittore irlandese anche in terra elvetica è un assiduo frequentatore di Cafè e Osterie così come era stato a Pola e a Trieste (veri e propri punti di incontro tra scrittori e artisti); tra i locali che frequenta maggiormente a Zurigo ci sono il “Restaurant zum Roten Kreuz”, il “Cafè Terrase”, l’”Odeon Cafè” (dove la leggenda vuole che abbia avuto modo di incontrare Lenin prima della rivoluzione di ottobre e giocarci a scacchi), ma soprattutto il Cafè Cabaret Voltaire.
Questo locale, fondato da Hugo Ball nel febbraio del1916, sarà il luogo dove si svolgono le prime serate dadaiste ad opera dello stesso Ball e della moglie Emmy Hennings e di un giovane gruppo di studenti e di artisti cosmopoliti: Tristan Tzara (allora studente di filosofia), Hans Arp e tanti altri, tutti giovanissimi e accomunati da uno spirito anarchico, alcuni dei quali si erano finti pazzi pur di non andare in guerra. Di sicuro Joyce avrà avuto modo di assistere ad una di queste serate che gli ricordavano esteticamente le serate futuriste a cui aveva assistito in Italia, anche se lo spirito degli interventi Dada – veri e propri happening – divergevano ideologicamente da quelli di Marinetti e compagni. Quella frammentazione dei linguaggi e del senso possono essere accostati ad alcuni procedimenti usati anche da Joyce in alcune parti dell’Ulisse e soprattutto successivamente nel Finnegans Wake.