MADE IN NORTH KOREA
Mostra di PierPaolo Koss
Presentazione della mostra e video
Sarà presente l’ artista
PierPaolo Koss (www.pierpaolokoss.com)
Koss ci offe la metafora di una bolla trasparente che conserva e mantiene inalterato il “meraviglioso” artificiale che è all’interno, isolandolo da ciò che al di fuori potrebbe corromperlo per presentare un corpus di opere raffinatissime che denunciano attraverso una selezione di lavori dall’eccezionale valore che parlano del corpo e dell’uomo partendo dalle immagini fotografiche realizzate in Corea del Nord.
PierPaolo Koss ebbe l’occasione di recarvisi nel 1992, invitato come unico rappresentante italiano, ad un convegno sulle corpografie – scritture del corpo fra performance e arte – organizzato dal Consiglio Internazionale della Danza dell’Unesco di Parigi. Visitare la Corea del Nord, tutt’oggi, è difficilissimo; c’è un muro lungo 240 km, che separa questa bolla di terra dal resto del mondo e solo un paio di aerei la settimana che collegano la capitale Pyongyang con Pechino.PierPaolo Koss, non si lasciò sfuggire l’occasione di raccogliere una selezione di immagini; ne nacquero due video: nel primo Pyongyang Pyongyang (23′ 32″, 1992) si vede un uomo intento ad esprimersi attraverso il magico linguaggio del corpo, nel tentativo di creare una connessione con l’ambiente circostante, deserto e supertecnologico. Megaliti svettanti, fatti di vetro e cemento, imponente espressione di ricchezza e potere, costruiscono un ambiente inospitale, freddo e vuoto, emulo di un capo dello stato che governa ancora dopo 14 anni dalla sua morte. Questa entità cementifera e diffusa si contrappone, alle poche persone che compaiono, fugaci come epifanie, marionette che dichiarano la loro perdita di identità; comparse a latere di una rappresentazione teatrale. É l’ambiente a possedere la chiave, parafrasando il volere divino di Kim Il Sung, che gestisce un popolo di uomini ridotti ad automi, non dissimili a colonie di formiche, necessari come pedine nel processo produttivo.
Made in North Korea, il titolo della mostra, rimanda al corpo unico che l’artista mette in scena attraverso se stesso, centuplicato esponenzialmente nella massa di persone senza volontà, riducibili all’unità, condizionate quotidianamente a celebrare la gloria di Kim. Il messaggio si completa nel secondo video, dal titolo: Composizioni sommarie (15′ 17″, girato 1992), che mostra un caleidoscopio umano costituito da migliaia di minuscole comparse sorridenti e prive di identità, radunate nello stadio costruito per celebrare la gloria di Kim, performer involontari di una tragedia infinita che li tramuta in un corpo unico e politico, in un corpo estremo: un’immensa corpografia che non ha eguali al mondo.
Il lavoro di Koss, correlato da una serie di still da video e fotografie più o meno elaborati, diviene così una sorta di taccuino di viaggio contemporaneo, che in 16 anni non ha perso un filo di attualità.