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works:
ELISABETTA RONCHI
ELLY PRESTEGAARD
WES WEMPEL
MARTIN WITTFOOTH
DAVID DE LAS HERAS
ROBERTO CENCI
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associazione culturale
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ELISABETTA RONCHI
ELLY PRESTEGAARD
WES WEMPEL
MARTIN WITTFOOTH
DAVID DE LAS HERAS
ROBERTO CENCI
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works:
NANNI SPANO
DAN MAY
HEIKO MULLER
SCOTT G.BROOKS
DE BECKER
Dan May (Illustrations):
Ad essere illustrata è un’Arcadia fiabesca, popolata da ninfe belle e satiri bestie, infanzia evanescente, insetti. Poesia malinconica illuminata magistralmente dal di dentro.
Heiko Muller (Drawing/Mixed Media/Oil):
Scott G.Brooks (Painting):
De Becker (Into the wild):
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works:
PIER PAOLO KOSS
KHALED EL MAYS
ALAN GODINEAU
BARK AABYE
PierPaolo Koss (Italia): Una serie di scatti a testimonianza dell’intenso lavoro di riscoperta e assimilazione dell’estetica e dell’arte futurista da parte di un performer e artista visivo al quale DDMagazine ha già dedicato un numero speciale.
Khaled El Mays (U.S.A): Panorami fotografici di un’America urbana esplosa e ricomposta attraverso l’arte digitale.
Alan Godineau (Francia): Il futuro surreale ed inquietante dell’umanità tra mutazioni e ologrammi , attraverso ricomposizioni visionarie ma non prive di richiami all’arte del passato.
Bark Aabye (Second Life): Il reportage nella Seconda Vita: Lo spazio geodigitale esplorato e catturato in poetiche immagini futuretrò.
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works:
TOMMASO LIZZUL
HOTB
SINSONG
WAYNE LIU
DENISE ALBA
TOMMASO LIZZUL (Ita)
onthesofa_
HOTB (Ita)
Is anybody home?
SINSONG (NYC, Singapore)
Portrait
WAYNE LIU (Usa)
Haunted
DENISE ALBA (Bra)
My Complex Parallel Universe
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works:
SIMONE STEFANINI
LOU PATROU
EDOARDO VENEZIANO
JASON LIMON
ROBERT STEVEN CONNETT
Simone Stefanini SIX STUDIO (Italy)
Propone una serie di drammatici ritratti femminili digital art da Second Life ottimamente rielaborati attraverso testurizzazioni e sapienti sfumature. Cosa c’è aldilà della seconda vita?
Lou Patrou (U.S.A)
Dal vasto catalogo di “faces and forms” una sfida di visioni tra cromia e grafia dove a non essere mai sconfitta è l’eccellenza.
Edoardo Veneziano (Italy)
Il corpo umano si dissolve nella materia pittorica ed il cielo e la natura implodono in tonalità profonde ed espressive
Jason Limon (U.S.A)
Sorprendente come la “grottesca” rinascimentale, che sembra rianimarsi per dare vita e dimensione a un decorativismo del tutto contemporaneo. Una selezione dell’arte grafica di Limon da Los Angeles.
Robert Steven Connett (U.S.A) Echi psichedelici e horror vacui. Un viaggio attraverso mondi in cui micro e macro, interiore e remoto collidono in visioni in qualche maniera trascendenti.
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works:
SEBASTIAN BAGES
DAVEY JONES
DAYVID LEMMOM
KEN KEIRNS
PRIDE!
Sebastian Bages (Colombia)
Davey Jones (USA) & Dayvid LeMmon (USA)
In collaborazione con Strychnin Gallery Berlin and Perihelion
Ken Keirns (USA)
PRIDE!
works:
GUGLIELMO MANENTI
TIM LOWLY
CHRIS RAIN
JAVIER S.SANUDO
DAVIDE GARBUGGIO
Guglielmo Manenti (Italy)
Con Bloomsday, una serie di illustrazioni tratte dall’”Ulisse” di James Joyce, Manenti ritorna a Trieste per una nuova collaborazione con DDProject. A lui, e alla sua traduzione in immagini di frammenti di stream of consciousness, il magazine dedica copertina e apertura.
Tim Lowly (U.S.A)
Pittore, fotografo, curatore e insegnante, Tim Lowly con “What we know in part” ci presenta una galleria di immagini pregne di straordinaria capacità evocativa, trattenuta a stento dall’apparente sobrietà delle sue composizioni che attingono direttamente alla ricerca di un senso e di un significato dell’esistenza.
Chris Rain (Italy)
Simboli di costellazioni private si intersecano a squarci di infinito. Micro e macrocosmo si fondono poeticamente sotto il segno della caducità e dell’inconsapevole, silenzioso, scorrere del tempo. Le fotografie analogiche di Rain, manipolate in camera oscura come in un antro alchemico parlano dell’esistenza come fuga dal silenzio, verso altri silenzi
Javier S. Sanudo/Frodo47 (Mexico)
E’ istintuale, umorale. Narra di morte, distruzione ed autodistruzione… e tuttavia è estremamente viva e potente la sintesi artistica di sensualità e violenza, orrore e fascino nelle immagini di Sanudo. Ma ancor meglio si esprime l’artista riguardo a sé stesso:
“Il miglior modo di descrivere la mia fotografia è semplice: trovare la bellezza nell’oscurità”.
Davide Garbuggio (Italy)
Le sue figure prendono le distanze dall’accademismo pittorico, che rimanda ad un passato onnipresente, e ciò accade quasi in punta di piedi, portando avanti una sottile e quanto mai accurata analisi di gesto ed espressione, messaggeri di un sentire più moderno e comunicativo.
works:
NUR MOO
YVES LECOQ
RODOLPHE SIMENON
JIM ROWE
Nur Moo (Second Life)
Il corpo proteiforme dell’ artista diventa texture, sulla quale incidere brani di poesia tinteggiati di pura luce.
Yves Lecoq (Francia)
?chi è Mad Bunny?
Rodolphe Simeon (Francia)
Un monito che suona sinistro come una profezia: e si mette in scena la danse macabre degli avatar, forse per auspicarne un’esistenza ancor più vera?
Jim Rowe (Canada)
La narrazione che sconfina in territori dimenticati?… lo sguardo leggero di vita vissuta a donare corpo e concretezza alle nuove correnti pittoriche d’oltreoceano?… adesso è già un album dei ricordi.
works:
KIRSTY MITCHELL
HELENA MIROSEDINA
PATRICIA ANDERS
KATIA CHAUSHEVA
CHIARA PERINI
Kirsty Mitchell (UK)
Fashion designer appassionata di fotografia. Nel suo lavoro si avverte
la necessità di una continua sperimentazione poetica che intreccia
l’espressione e la situazione del corpo ritratto in luoghi sospesi tra
il sogno e la realtà, resi magici da una brillante stesura e
composizione.
Helena Mirosedina (Ucraina) “Metamorphosis abduction Europe” e “Mental
Constructions” sono due serie che con ironia e umorismo reinterpretano
in chiave erotica sia le radici del mito occidentale (il ratto
d’Europa) che l’inquietudine della modernità.
Patricia Anders (U.S.A) Le maliziose creature di questa talentuosa
pittrice colpiscono per la grazia e per la sinuosa inquietudine che
emerge dai loro corpi ricomposti, reinventati parrebbe, nelle viscere
di un laboratorio segreto, eppure al contempo dotate di tanta ironica
naturalezza.
Katia Chausheva (Bulgaria) la ricerca di questa fotografa indaga con
sguardo curioso nell’intimità. Che siano tagli cinematografici o
composizioni pittoriche ciò che risalta è la nudità dei sentimenti e
la fragilità del corpo muliebre
Chiara Perini (Italia) artista italiana da anni ormai trapiantata a
Londra, ci propone olii e disegni a matita che ritraggono corpi e
ritratti di inquietanti donne-bambine che spiazzano lo sguardo.
Chiara Perini
Non so se nella sua storia di artista vengano prima gli oli o le matite. In entrambi i casi un critico provetto troverebbe percorsi e ascendenze mirabolanti, ma a me piace il gioco di assonanze e dissonanze.
Perché tanto “carucci” sono i bambini delle matite quanto sgraziati quelli martoriati dall’oli. Io guardo al problema tecnico: per esempio l’olio non si cancella ma si può solo modificare e allora Chiara rinuncia a stenderlo con l’attenzione della matita ma cerca altre potenzialità espressive. E poi l’olio non permette il tratto sottile e leggero della matita ma suggerisce la sfumatura, tenue o aspra. Chiara risolve il problema tecnico trasformando l’olio in un’arma feroce con cui supera il particolare nella foga espressiva di bambini che urlano e si dibattono per esprimere una violenta disperazione.
Qual’è la disperazione di questi bambini? Guardate gli abiti stritolanti come gabbie inattaccabili. E non pensate all’abito della prima comunione che nella sua candida grazia geometrica è piuttosto un omaggio alla severa e dolce sacralità umanistica di Antonello da Messina, ma alla bambina con la bambola che affida la sua ansia di vivere ai piccoli fiori colorati della ghirlanda, come un disperato messaggio nella bottiglia a un mare incolore, che non può che essere, tecnicamente guardando, minaccioso e infinito.
Il richiamo alla bad painting inglese di qualche anno fa va qui alle sue oscure radici. L’artista piega non solo una tecnica ma anche uno stile a ciò che le è più caro, alla ricerca di un carattere dominante come una colpa originale. Siamo lontani dall’ormeggio sicuro di qualsiasi isola culturale. Qui stiamo scendendo con Chiara nel ventre buio di una lontana educazione repressiva con enorme coraggio e sincerità. E’ la protezione dell’estetica ad aiutarla in questo difficile viaggio catartico che, come una tragedia greca, diventa paradigma dell’oggi. Ecco in che modo ci interessa la sua struggente testimonianza: nell’urlare che il passato non è poi così passato. Basta guardarci intorno.
Ma guardate bene le matite, perché esse hanno tutt’altro carattere. Qui la sofferenza è trattenuta a forza dai bei vestitini descritti con minuzia. Qui il dolore è ancora più forte che negli oli dove almeno i bambini si possono dibattere e urlare. Qui c’è una rassegnazione che solo la matita può esprimere e non per volontà dell’artista ma a causa della tecnica. La matita esige infatti il particolare e la precisione, cioè una capacità di concentrazione sul modo in cui il singolo segno può modificare l’intero ritratto da rendere l’esercizio del disegno simile a quello della meditazione.
E’ così che nel disegno non prevale un singolo moto, magari violento, dell’anima ma un equilibrio difficile e sofferto tra caratteri talvolta opposti. Dobbiamo amare il ricco vestito per dichiararlo prigione, e dobbiamo trovare la dolcezza dello sguardo prima di esprimere la sua disperazione.
Grande e difficile il disegno, ma certo non liberatorio come la pittura.
Cos’è allora che viene prima nella storia di Chiara? Ha iniziato a dipingere dopo aver molto disegnato? O viceversa ha dovuto urlare prima di meditare? Ma forse questi sono solo fatti suoi.
Mauro Tonini
works:
ANDREY BARTENEV
AKA B
BOB FISCHER
CRISTINA BATTISTIN
ANDREA ALVERA’
ANDREY BARTENEV (Mosca, Russia): Performer, scultore, artista visivo e molto altro ancora, dagli spazi della Biennale alle strade di NY emerge con il suo universo caleidoscopico interpretando e stabilendo nuove connessioni tra la pop-art e le avanguardie russe
AKA B (Milano, Italia): Illustratore dal graffio magistrale, di profondità e sensibilità non comuni. Dice di sé “È con infinita agape, molto più che schopenhaueriana, che ho compreso, senza per questo immedesimarmi, di essere di fronte a una platea di morti”. Prestigiose collaborazioni con Marvel, DC Comics e altre case editoriali contrassegnano il suo percorso.
BOB FISCHER (San Francisco, USA): In arte Photomeister è un fotografo, artista e filmaker che non si adagia nelle mezze misure, basta osservare i suoi lavori, dai modelli che predilige alle tonalità spesso aspre e taglienti delle sue immagini, con poesia e ironia sovverte il concetto stesso di bellezza.
CRISTINA BATTISTIN (Trieste, ITALIA): Giovane insegnante oltre che affermata artista. Una dichiarata passione per Giacometti e per il disegno. Sicuramente una delle realtà più interessanti del capoluogo giuliano.
ANDREA ALVERA’ (Trieste, ITALIA): Dalle file del Daydreaming Project, immagini fotografiche di un microcosmo denso di curiosità e purezza. Non importa quello che dice di sé: in Alverà c’è molto più di quello che appare…
works:
TOM HOOPS
ARCHAN NAIR
DIEGO IAFCONCIC
MATTEO NAZZARI
MARIO MACALUSO